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Pescara, 24/11/2024
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Data: 02/02/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Gli statali lavorano di più, in calo le assenze per malattia. Nel 2014 presi meno congedi e permessi. Le riduzioni più consistenti al centro-sud

ROMA Non sono tutti come i vigili del comune di Roma che nella notte di Capodanno hanno dato il peggio di sè, spedendo in massa certificati di malattia. Anche se i casi eclatanti (ovviamente in negativo) sono quelli che fanno notizia, non è vero che i dipendenti della pubblica amministrazione sono tutti assenteisti matricolati e fannulloni. Perlomeno non come una volta o come i luoghi comuni raccontano (e le vicende come quelle di Roma purtroppo avallano). A guardare gli ultimi dati del monitoraggio mensile effettuato dal ministero della Pubblica amministrazione (lanciato dall’allora ministro Brunetta e arrivato alla settantottesima rilevazione) la realtà sembra diversa: il 2014 è stato un anno di minori assenze rispetto agli anni precedenti, in tutti i mesi c’è stato un calo. I travet del pubblico impiego si sono ammalati di meno e hanno chiesto minori permessi e congedi. Anche a dicembre, mese in cui spesso dilagano sintomi influenzali e scappatelle da shopping prenatalizio, uffici e retrosportelli mostravano poche sedie vuote. In media l’assenza per malattia a dicembre è stata di mezza giornata a dipendente, mentre più cagionevoli di salute si sono dimostrati i ministeriali (con picchi nel ministero della Giustizia, della Difesa e dell’Ambiente) e così i dipendenti della presidenza del Consiglio e delle agenzie fiscali che si sono ammalati il doppio, ovvero un’intera giornata. Un’altra giornata (in media) si è volatilizzata per assenze per altri motivi. Complessivamente le assenze per malattia sono state il 5% in meno rispetto al dicembre 2013 e quelle per altri motivi si sono ridotte del 2,9%. Sono diminuite anche le assenze per malattia superiori ai dieci giorni (-1,7%).
Forse tra gli italiani si sta consolidando un maggiore senso del dovere, forse la paura di essere licenziati, forse la consapevolezza che in un periodo di crisi così tosto chi ha un posto di lavoro è un fortunato ed quindi meglio tenerselo stretto, sta di fatto che l’assenteismo nel pubblico sembra stia diminuendo. Non possiamo che rallegrarcene sperando che il trend continui. E che la rilevazione sia veramente rappresentativa dell’universo pubblico (i dati, infatti, coprono solo una parte delle amministrazioni pubbliche, 4.434 enti).
A livello annuo il numero medio di giorni di malattia per dipendente è poco sopra i dieci giorni.
SUD PIÙ VIRTUOSO

Il calo riguarda tutte le aree e, sempre per sfatare i luoghi comuni, le riduzioni più consistenti si sono registrate nel Sud e nel Centro. I dipendenti pubblici del Mezzogiorno (isole comprese) hanno diminuito le loro assenze per malattia del 5,8% (-9,9% assenze per altri motivi), quelli delle regioni centrali del 5,4%, quel del Nord Est del 4,5%, e infine i travet del Nord Ovest del 3,4%.
Ma siccome nelle pieghe delle medie come è noto spesso si nascondono i furbetti (che poi danneggiano l’immagine dell’intera categoria) il governo è comunque intenzionato a procedere con ulteriori strette. Si inquadra così, nel ddl sul pubblico impiego all’esame del Parlamento, il polo unico della medicina fiscale che darà all’Inps la piena competenza sui controlli oggi invece condotti dalle asl. L'obiettivo è fare entrare in vigore le nuove regole entro la primavera. Per cui i furbetti sono avvisati: ad agosto non si corre dal medico amico, ma al limite si va al mare con regolari ferie in tasca.

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