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Data: 02/02/2015
Testata giornalistica: La Repubblica
Mattarella: "Ricucirò gli strappi del Paese". Nel discorso alle Camere scossa al rinnovamento e richiamo ad affrontare i “problemi veri” del paese

ROMA . Questa mattina l'addio alla toga da giudice costituzionale. Una riunione, già prevista della Consulta (non in udienza pubblica), in cui annuncerà le sue dimissioni. "Lascio il mio incarico a seguito della mia elezione a presidente della Repubblica". E a questo punto a Sergio Mattarella non resterà che passare, letteralmente, dall'altra parte di via del Quirinale, per salire al Colle da dodicesimo capo dello Stato. Mancano solo 24 ore. Ieri pomeriggio, ancora nella foresteria della Corte Costituzionale, ha lavorato a lungo al discorso di insediamento che domani alle 10 pronuncia alla Camera.

Alla squadra di collaboratori che lavora con lui ha spiegato la scaletta che ha in mente.

"Intanto, vorrei che non fosse un intervento lungo, tempo limite direi non più di una trentina di minuti. E poi vorrei subito mettere bene a fuoco un paio di temi". Per cominciare, "lo scollamento fra politica e paese, l'urgenza di tornare ad una politica alta, che si occupi dei problemi veri del nostro paese".

Le tre parole chiave saranno quelle pronunciate in questi giorni: le difficoltà che vivono gli italiani, la speranza, e l'unità. Ricucire i contrasti e gli strappi. Sarà il presidente di tutti, la garanzia che ogni capo di Stato pronuncia forte in aula, ma che in particolare per il nuovo inquilino del Colle vuol dire la volontà ferma di rappresentare non solo i valori cattolici, alla cui storia appartiene in pieno, ma allo stesso modo anche quelli laici.

"Del resto la scelta come mio primo atto di rendere omaggio ai martiri delle Fosse Ardeatine ha inteso riassumere proprio questo significato simbolico", ha detto Mattarella ai suoi. Lunga full immersione per preparare il testo. Unica "concessione" per il presidente e i collaboratori una piccola sosta per un pranzo "a sacco": con le arancine che gli ha portato il figlio Bernardo.

Al gruppetto che in queste ore gli sta materialmente accanto nel mini appartamento della Consulta - ci sono i giornalisti Gianfranco Astori e Giovanni Grasso, il deputato pd Luciano Garofani - il presidente ha indicato così il cuore del discorso di investitura: dovrà pulsare sull'idea del rinnovamento. Delle istituzioni, con riforme forti e incisive anche della Costituzione. E del paese, per dare un segnale di riscossa di fronte alla crisi economica, soprattutto ai più deboli.

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