“Quali sbagli hanno fatto? Mah, si fa prima a dire così: ne avessero azzeccata una”. Capisci che il mondo berlusconiano è andato a carte quarantotto, quando Augusto Minzolini, già direttorissimo del Tg1, oggi senatore azzurro dissidente, fatica addirittura a trovare un punto di partenza nella catena degli errori fatti da “loro” - da Berlusconi e dalla classe dirigente di Forza Italia - nella gestione del voto sul capo dello Stato. “Di certo, ne hanno commessi una serie. A partire da un dato centrale: l’aver avuto una chiave di lettura della realtà sbagliata”.
Robetta, insomma.
“Immaginavano di avere in tasca un patto, con Renzi, che in realtà non c’era”.
Ah no?
“Certo che non c’era. Perché loro sono abituati a ragionare di politica in termini di blandizie, di ammiccamenti, di sorrisi. Invece la politica va interpretata facendo anche un calcolo degli interessi in campo, che è esattamente quello che ha fatto Renzi”.
vedi anche:
small-150128-165425-to280115pol-0506-JPG
Il suicidio politico di Silvio Berlusconi
Centrodestra distrutto dal voto per il Quirinale
Con l'elezione di Mattarella si celebra la fine del berlusconismo e ormai solo Gasparri giura che in fondo è tutto a posto. Ma se per l'implosione di Forza Italia manca poco, quella dell'Ncd di Angelino Alfano è già iniziata
Lui che dà le carte, e gli altri intorno?
“Una chiave tipicamente democristiana: mettersi al centro degli interessi, e muoversi di conseguenza. Utilizzare Berlusconi per piegare la minoranza interna, e gli interessi della minoranza interna per piegare Berlusconi”.
E il Cavaliere ha fornito i voti per l’Italicum.
“L’errore capitale è averlo fatto prima ancora di avere un accordo serio, ratificato e votato sulla presidenza della repubblica”.
Dare soldi, vedere cammello.
“Berlusconi quindi si è trovato disarmato, nella partita per il Colle. E anche l’Ncd. Perché un conto è minacciare di non fare passare una legge elettorale potendo motivare la mossa con una richiesta di garanzie. Un conto è minacciare una crisi di governo che oggi, anche al punto di vista sintattico, non ha una logica”
Non ce l’ha?
“Cioè mica puoi dire ‘io faccio la crisi di governo perché volevo un altro presidente’”.
In effetti.
“E poi, diciamocelo. In politica devi avere la capacità di rischiare. Ridere, di fronte a minacce come quella – che pure Renzi ha fatto – di ripiegare per il Quirinale su Cantone, dicendo che sarebbe arrivato col decreto di scioglimento in tasca”.
Ridere?
“Certo: rispondere ‘tu caro Renzi, con un decreto di scioglimento in tasca, in questo Parlamento non prenderesti neanche il tuo, di voto’”.
E invece?
“Invece non hanno questa capacità di rischiare. Né Alfano, né il gruppo dirigente di Forza Italia.
Non ce l’hanno. Quello gli fa ‘Bu!’ E loro scappano. Incredibile”.
La politica del “bu”.
Perché poi è chiaro che se hai di fronte uno che scappa se fai “bu!”, allora fai “bu, bu, bu!”. Che è quello che sta facendo Renzi.
Adesso che succede? Il centrodestra è di nuovo in frantumi.
Mah, col tipo di legge che si va a fare, l’Italicum, è evidente che dovrà ricompattarsi. Altrimenti non entra neanche in partita: è sicuro che le elezioni vince uno solo, cioè il Pd; l’unico partito che ha una logica rispetto a quella legge elettorale.
Dunque la rottura tra Berlusconi e Alfano è temporanea?
“Per forza: saranno obbligati a rimettersi insieme. Ma il vero rischio, dopo questa grossa debacle, è che tutto rimanga come prima. Perché il rapporto col Paese sta diventando davvero labile: e se lasci a Salvini tutto questo spazio, poi te la devi prendere solo con te stesso”.