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Pescara, 24/11/2024
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Data: 03/02/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Scuola vietata ai ritardatari. Gli studenti: lasciati al gelo. Colpa dei bus rallentati dalla neve, in 100 bloccati mezz’ora davanti all’ingresso

AVEZZANO Non si sono fatti spaventare da neve, freddo e ghiaccio e hanno scelto di raggiungere Avezzano per andare a scuola. Ma sono arrivati in ritardo e per questo hanno trovato le porte sbarrate. «E non siamo potuti entrare, restando al freddo» denunciano i ragazzi, costretti a temperature polari. La smentita della preside su quanto accaduto non ha placato le proteste. Una vicenda che ha coinvolto un centinaio di studenti dell’Istituto industriale “Majorana”. Si tratta di una delle scuole della città con il maggior numero di iscritti, molti dei quali arrivano dai paesi del circondario. Al centro delle polemiche è finita la dirigente Anna Amanzi. Il regolamento varato dalla preside è chiaro: non si accettano ritardi. E nemmeno la neve e il freddo, a quanto pare, hanno fatto sì che ci fossero eccezioni. Questa volta gli studenti si sono arrabbiati e hanno denunciato l’accaduto, postando le foto su Facebook. È iniziato un tam tam, tanto che la vicenda è finita sul sito nazionale Scuolazoo.com. A sbloccare la situazione, dopo mezz’ora, un genitore infuriato, che ha minacciato il personale scolastico di chiamare i carabinieri. A quel punto gli studenti sono stati fatti entrare, quando ormai si era quasi arrivati alla seconda ora. A confermare l’accaduto, oltre agli studenti, anche alcuni insegnanti, contattati dal Centro, che però preferiscono rimanere nell’anonimato. «Sono arrivato a scuola alle 8.25» racconta uno studente dell’ultimo anno «chi ha viaggiato in treno è arrivato puntuale ed è entrato regolarmente prima del suono della campanella, alle 8.15. Per chi come me è arrivato in pullman è stato più complicato. Le strade della Marsica Est, fino a Cerchio, erano ricoperte di neve e impraticabili. Una volta sulla Tiburtina siamo riusciti a procedere più scorrevolmente. A scuola abbiamo tentato di far capire al personale, che stava dietro ai vetri delle finestre, che fuori era freddo e che non era colpa nostra se avevamo fatto qualche minuto di ritardo. Abbiamo cercato i rappresentanti d’istituto ma nemmeno loro sono riusciti a farsi ascoltare. Alla fine un nostro compagno ha chiamato con il cellulare il padre, che lo aveva accompagnato a scuola, lasciandolo davanti al cancello. Gli ha spiegato cosa stava accadendo così è venuto a scuola. È riuscito a entrare e ha minacciato il personale di chiamare i carabinieri. A quel punto hanno iniziato a farci entrare e ci hanno fatto aspettare in biblioteca. Quando la bidella ci ha visti scorrere ha detto: oddio, ma quanti siete?». Non solo gli studenti, ma anche alcuni insegnanti sono arrivati a scuola in ritardo. «Alcuni ragazzi hanno postato le foto sui social network e così la notizia si è diffusa velocemente» ha raccontato una docente. La dirigente scolastica respinge ogni accusa e parla di «alunni che strumentalizzano ogni occasione per evadere la frequenza scolastica». «Questa mattina, al suono della campanella di inizio delle lezioni» precisa la Amanzi «non tutti gli alunni presenti nel cortile entravano a scuola. Un gruppo di giovani si attardava all’esterno e, insensibile ai ripetuti inviti dei docenti, dei collaboratori scolastici e del vicepreside, permaneva nel cortile della scuola scegliendo di assentarsi dalle lezioni. Tutti gli studenti che, a causa dei ritardi dei mezzi di trasporto, sono arrivati in ritardo e hanno manifestato l’intenzione di entrare a scuola sono stati man mano accolti».

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