ABRUZZO. Da tempo la Fit Abruzzo e Molise sottolinea la necessità di incrementare il numero degli autisti, visti i livelli oramai ingestibili di ricorso a prestazioni straordinarie, ma la Regione «inspiegabilmente» frena.
«O si fa finta di non capire, e sarebbe cosa grave, o si sceglie inopinatamente di non agire, e la cosa sarebbe ancor più grave», spiega Alessandro Di Naccio, segretario Interregionale, che interviene su quella che sembra essere la storia infinita dei mancati apporti di personale che da mesi determina forti perdite per l’attuale Arpa.
«L’utilizzo di lavoratori full time in luogo dei part time, per di più in trasferta, produce un costo aggiuntivo quantificabile in circa 40.000 euro alla settimana», rileva Di Naccio.
Oltre 2 milioni all’anno, una cifra che certamente non può essere spesa ancora per molto visto la situazione deficitaria. Ma allora perché non provvedere? L’ultimo concorso risale al 2008 e nel frattempo si continua a sborsare una cifra superiore a quella che costerebbero altre assunzioni. Se nei mesi scorsi sono state assunte decisioni che vanno nella direzione del contenimento delle uscite (il presidente D’Amico, ad esempio ha rinunciato al compenso da presidente), il sindacato non riesce a spiegarsi cosa si stia aspettando.
«Come Cisl trasporti, nelle more di un concorso pubblico», continua Di Naccio, «abbiamo sempre sostenuto l’opportunità di utilizzare lo strumento del lavoro interinale almeno per il periodo strettamente necessario a quantificare le esigenze di personale viaggiante a valle della costituzione dell’Azienda Unica. Ad oggi sembra che ci sia una “mano oscura” che puntualmente frena anche l’iter concorsuale arrecando un danno economico non più giustificabile. Tutto questo deve trovare immediatamente una soluzione concreta».
Per Di Naccio infine il settore del Trasporto Pubblico Locale ha l’opportunità di trovare finalmente i giusti equilibri anche e soprattutto a livello di rapporto costi ricavi.
«La costituzione dell’Azienda Unica va giustamente in questa direzione», sottolinea il sindacalista. «Sprecare una simile occasione sarebbe dannoso per i lavoratori e per le casse della Regione Abruzzo. O si ha la maturità, tutti, di cambiare marcia o avremo partorito il proverbiale topolino».