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Pescara, 24/11/2024
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Data: 06/02/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Salvini, è bagno di folla in Abruzzo. Tanta gente (e qualche contestazione) nel tour del leader leghista ad Avezzano, L’Aquila, Roseto, Montesilvano

MONTESILVANO Spiace andare per luoghi comuni, ma il viaggio di Matteo Salvini in Abruzzo per presentare il suo movimento centro-sudista “Noi con Salvini” è stato un “bagno di folla”. Le cronache riportano di proteste e striscioni ostili all’Aquila e a Roseto, ma niente di immaginabile rispetto alla gente corsa ad ascoltarlo. All’Hotel Adriatico di Montesilvano, dove alle 20 si è conclusa la maratona abruzzese del leader leghista la sala era strapiena. E l’applauso che si è levato quando Salvini («Matteo! Matteo!») si è sfilato la maglia per restare in camicia era il saluto che si fa a una star per non dire a un capo, o a un “capitano” come lo chiamano i suoi. In sala gente vera di tutte le età (e c’è anche la telecamerina di Gazebo). Niente truppe cammellate e d’altra parte il movimento non ha strutture sul territorio: cresce nelle piazze, in tv sui social. Rari i politici. Il più indaffarato e coinvolto è l’ex vicepresidente della giunta regionale Alfredo Castiglione, ormai ex Forza Italia, che ieri ha seguito Salvini in tutte le tappe abruzzesi e che spera di rientrare in quell’1% di politici di carriera che il leader leghista dice di poter accogliere nel movimento accanto a un «99% di gente nuova». Più defilato c’è l’ex presidente del Consiglio regionale forzista Giuseppe Tagliente («Sono qui per curiosità, poi chissà...»). All’Aquila c’era l’ex sindaco Tempesta. Salvini fotografa la platea con il suo tablet: «Penso che a Roma il 28 febbraio ci sarà un bel pezzo d’Abruzzo». Nel frattempo dice di aver trovato una regione «bella, viva, calda, che fa richieste precise. all’Aquila mi hanno dato un dossier alto così sulla ricostruzione: ho preso appunti e conto di essere concretamente utile». Con lui c’è Claudio Borghi, l’economista antieuro, ospite abituale di molti talk show («Pensate, un anno fa non c’era nulla, oggi c’è un movimento»). «Abbiamo accettato questa sfida», dice Salvini, «guardando a chi non ha mai fatto politica, e magari non ha mai votato. Sono di destra? Io non sono nè di destra nè di sinistra, io sono sopra». La giornata era iniziata ad Avezzano dove Salvini ha visitato due fabbriche nel nucleo industriale di Avezzano accompagnato dal sindacalista Uil Michele Paliani, la Euroconic e la Fiam. Subito dopo visita in città e aperitivo (con tanta gente) al Gran Cafè. Poi di corsa all’Aquila dove ha ricevuto le prime contestazioni . «Vai via, non venire all'Aquila» gli ha gridato un gruppetto di persone. Poi ilgiro tra i cantieri della zona rossa: «La cosa che non sapevo, e che mi fa rimanere sconcertato, è che in un anno Matteo Renzi non ha avuto il tempo di passare all'Aquila. Veramente è incredibile perché è il Presidente del Consiglio». Terza tappa Roseto e nuova contestazione (ma la sala dell’incontro era strapiena e plaudente). Sel ha protestato per la presenza di alcuni amministratori locali («e dire che il suo partito giudicava il Sud tutto come parassita e ladrone»), mentre su un muro è comparsa la scritta “Meglio una vita da clandestini che un giorno da Salvini”. Lui abbozza e tira dritto. Dopo l’Abruzzo domenica ci sarà la Sicilia, nel frattempo arriva la notizia che Renzi vuole un ministero del Mezzogiorno: «Mi fa venire l’orticaria», commenta Salvini, «il Sud non ha bisogna di assistenzialismo ma di essere lasciato libero di lavorare». Applausi e selfie finale.

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