PESCARA Niente ticket fino a giugno sulle prestazioni socio-sanitarie in regime residenziale e semiresidenziale. Sindacati e Regione firmano un accordo che fa tirare un sospiro di sollievo a migliaia di famiglie e ai Comuni che si sono fatti carico di garantire fino ad oggi questi servizi. Una legge nazionale del 2001, mai applicata in Abruzzo, impone infatti la compartecipazione dell'utenza alla spesa sanitaria che riguarda la riabilitazione presso strutture pubbliche e private convenzionate. Anche il precedente governatore, Gianni Chiodi, si era rifiutato di applicare questa legge (considerata l'impopolarità del provvedimento) e ciò aveva contribuito a prolungare il commissariamento della sanità abruzzese. Con l'arrivo della giunta D'Alfonso, però, i nodi sono venuti al pettine e il tavolo nazionale di monitoraggio sulla sanità ha ricordato alla Regione che il tempo per deliberare sulla compartecipazione era scaduto. Una patata bollente passata nelle mani del nuovo assessore alla Programmazione sanitaria, Silvio Paolucci, che aveva tuttavia assicurato uno stanziamento della Regione per coprire almeno il 40% dei ticket sulla riabilitazione e l'esenzione totale per le fasce più deboli dell'utenza.
L’ULTIMA DECISIONE
La notizia dell'ultima ora, diffusa con una certa soddisfazione dalla Cisl, è che la Regione ha deciso di soprassedere all'applicazione dei ticket, garantendo fino a giugno le stesse modalità di prestazioni erogate nel 2014. "Un'estensione del periodo di esenzione fortemente richiesto dai sindacati - spiega una nota della Cisl -, anche per le difficoltà intercorse nell'applicazione del nuovo metodo di calcolo Isee, entrato in vigore dal 1. gennaio 2015, e per le difficoltà evidenziate dai Comuni". In questi sei mesi di sospensione del provvedimento di compartecipazione, saranno approfonditi gli aspetti legati all'esenzione o alla riduzione del ticket in base al reddito e altri parametri del nucleo familiare, orientati a favorire le fasce più bisognose. La Regione, tra l'altro, sarà impegnata in questo frangente a ridisegnare anche la tabella dei Lea (i livelli essenziali di assistenza) dopo la svolta annunciata dal Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.