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Pescara, 28/11/2024
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06/02/2015
Il Messaggero
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Falso in bilancio, pene più severe. Pacchetto anti-corruzione, vertice di maggioranza con Orlando. L’Anm, il sindacato delle toghe: bene così, avanti con coraggio |
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ROMA Archiviato o meno che sia il patto del Nazareno, l’intesa della maggioranza di governo rischiava di scivolare proprio sul terreno della giustizia. In particolare sulle norme anticorruzione e sulla valanga di emendamenti al ddl Grasso fermo in commissione Giustizia al Senato. Le fughe in avanti di parte del Pd su falso in bilancio, prescrizione e stretta su alcuni reati contro la Pubblica amministrazione hanno messo in allarme Ncd per la possibile saldatura dei voti del partito di Renzi con quelli di M5S. Tanto da indurre il ministro della Giustizia Andrea Orlando a convocare, di buon mattino, un vertice con il suo viceministro alfaniano Enrico Costa, i responsabili giustizia di Pd e Ncd, David Ermini e Nico D’Ascola, la presidente della Commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti e altri parlamentari di Pd e Scelta civica. Ad annunciare il risultato è lo stesso Orlando: l’intesa è stata trovata, la prossima settimana si chiude in Commissione e poi si va speditamente in aula. Renzi chiama il ministro e si congratula. E’ «la strada è giusta», fa sapere l’Anm. I PUNTI Cinque i punti dell’accordo. Il principale è sul falso in bilancio che, depenalizzato dal governo Berlusconi nel 2001, verrà ora punito fino a 6 anni su procedibilità d’ufficio, senza la querela ipotizzata in origine dal governo per le società non quotate in borsa. Orlando riferisce di un aumento dell’area di punibilità ma resta ancora da sciogliere il nodo delle soglie: alcuni senatori del Pd - Giuseppe Lumia in testa - puntano a far cadere del tutto le soglie di non punibilità proposte dal governo in caso di una variazione del risultato economico non superiore al 5% lordo o all’1% netto. La mediazione potrebbe essere il mantenimento delle soglie cui legare una pena più lieve (si ipotizza fino a 4 anni). Ma è un’ipotesi che, al momento, non convince del tutto gli alfaniani. Più definita l’intesa sugli altri quattro punti. Il primo: aumento delle pene per la corruzione propria (da 4-8 anni si passa a 6-10), per l’induzione indebita a dare o promettere utilità introdotta dalla legge Severino (4-10 anni) e sulla corruzione per l’esercizio della funzione (il massimo della pena per i funzionari a libro paga viene alzato da 5 a 6 anni). Il secondo: nella concussione per costrizione torna ad essere punibile anche l’incaricato di pubblico servizio, espunto dalla legge del 2012. Terzo: chi collabora avrà diritto a uno sconto di pena da un terzo alla metà. Quarto: Ncd ottiene che non passino gli aumenti di pena fino a 5 anni (con relativa possibilità di intercettare) per l’abuso d’ufficio e per il traffico d’influenze illecite. Quinto: saranno ritirati gli emendamenti sull’introduzione delle gole profonde e per chi compie operazioni sotto copertura, oltre a quelli che aumentano i tempi di prescrizione solo per i reati contro la Pa. La prescrizione sarà una partita che si giocherà soltanto alla Camera, così come chiesto da Ncd. «Ci siamo incontrati a metà strada col Pd», commenta soddisfatto il viceministro Costa.
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