ORTONA Doveva essere il simbolo dell'efficienza della nuova zona industriale, lungo l'asse della Marrucina, ma oggi è ridotto a un binario morto. É il collegamento ferroviario che costeggia la striscia degli insediamenti produttivi al margine nord della strada, fino a Caldari. Equipaggiato con un binario a scartamento ridotto gestito dalla Sangritana, è l'ultimo segmento della tratta Castelfrentano-Ortona (via Guardiagrele) rimasto tecnicamente agibile, ma la crisi che ha portato alle chiusure a catena nella zona industriale rischia di farlo assorbire nei piani di smantellamento e riconversione allo studio in Regione su proposta del sottosegretario alla Presidenza Camillo D'Alessandro. L'ultima chance per evitare la fine del binario diretto tra zona industriale e porto marittimo è legata alla vicenda del Molino Alimonti. L'esponente del Pd sostiene che «il collegamento ferroviario al porto è un accessorio pregiato che valorizza lo stabilimento, per renderlo ancora più appetibile a possibili compratori». Esaurite le vendite all'asta previste dal concordato preventivo, i commissari liquidatori Gianni Di Battista e Remo Di Giacomo mantengono i contatti con possibili acquirenti in vista di un'offerta che dovesse venire da marchi già consolidati nel settore o cordate di imprenditori, ai quali vengono offerti separatamente i tre stabilimenti del gruppo. Alimonti era l'ultima tappa del binario, la più lontana dal porto. Lungo il percorso si trovavano fabbriche fiorenti come la Veta e la Samputensili, la prima e l'ultima a chiudere nel decennio appena trascorso.