ROMA Definitivamente archiviato a Bruxelles il dossier Alitalia. La Commissione Ue ha chiuso anche l'inchiesta sull'ingresso di Poste nella compagnia aerea, stabilendo che non si è trattato di aiuto di Stato. La decisione non era vincolante, ma era comunque l'ultimo capitolo rimasto da chiudere in Europa dopo l'ok all'ingresso di Etihad (quello sì necessario perché andasse in porto l'intera operazione) deciso dall'Antitrust europeo il 14 novembre scorso.
Al termine di un'inchiesta durata oltre un anno, la Commissione Ue ha verificato che Poste, decidendo di aderire all'aumento di capitale di Alitalia dell'estate scorsa con una quota di 75 milioni, si è comportata come un investitore privato. L'inchiesta era stata aperta nell'ottobre 2013 in seguito a due ricorsi presentati alla Commissione da compagnie concorrenti in cui si sosteneva che la partecipazione di Poste altro non era che un aiuto di Stato e quindi violava le norme Ue che vietano questo tipo di interventi. A sollecitare l'intervento di Bruxelles per sospetti aiuti di stato sono stati sia Iag, la holding che controlla British Airways e Iberia, sia la tedesca Lufthansa.
Gli elementi raccolti dai servizi della Commissione nel corso dell'inchiesta hanno però accertato che «Poste Italiane ha realizzato un investimento in base agli stessi termini e alle stesse condizioni (pari passo) di altri due investitori privati che erano nella stessa situazione». Alla luce di questa considerazione, Bruxelles ha quindi dato il suo nullaosta all'operazione ricordando che «gli interventi pubblici possono essere non considerati come aiuti di Stato, nell'ambito dell'applicazione delle regole Ue, quando vengono realizzati alle stesse condizioni di mercato che sarebbero state accettato da un investitore privato».