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Data: 07/02/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Renzi: ho i numeri anche senza FI. Otto di Scelta civica passano al Pd. Record storico, 173 cambi di casacca. La grande migrazione che aiuta Matteo

ROMA «Se Forza Italia che ha sempre difeso il patto sulle riforme, adesso vuole rimangiarselo, buon appetito», così Matteo Renzi sulla sua Enews, che aggiunge: «Ho sempre detto che voglio fare accordi con tutti e che non ci facciamo ricattare da nessuno. Perché i numeri ci sono, anche senza di loro. Spero che dentro FI prevalgano buon senso e ragionevolezza».
Il giorno in cui cinque senatori e tre deputati di Scelta Civica ufficializzano, sulla scia del successo dell’operazione Quirinale, la loro adesione ai gruppi parlamentari del Pd il premier replica alle ricorrenti polemiche degli azzurri sull’elezione del capo dello Stato: «Il metodo del Colle non ha convinto FI che ha annunciato la rottura del patto del Nazareno. Il collegamento mentale è quanto mai curioso, e non solo perché - afferma Renzi - tutti i partiti, e anche FI, negli incontri avevano espresso condivisione per il metodo del Pd. Il punto è che il Patto non è un papiro segreto con dentro chissà cosa, ma un accordo alla luce del sole sulle riforme». Tuttavia, il premier Promette che «continuerà a rispettare Berlusconi e il suo partito anche se dovesse confermare la rottura del patto del Nazareno. Così come rispettiamo tutti i partiti che ottengono i voti dei nostri concittadini: il nostro obiettivo non è parlar male dei nostri avversari, ma lavorare bene per l’Italia». Definito «un grandioso passo avanti per la politica italiana» il passaggio dell’Italicum al Senato, Renzi sottolinea «l’arrivo dei primi segnali della ripresa. L’Italia - scrive nella Enews - sta finalmente ripartendo» e invita a «non sprecare l’occasione di poter riportare fiducia e ottimismo nel Paese».
DURO IL MATTINALE
Assai poco concilianti le repliche di FI alle considerazioni del leader dem: «Renzi si preoccupi di governare il Paese invece di pensare a ciò che accade all’interno di FI, un partito che, non dimentichiamolo, - dice la portavoce Mara Carfagna - gli ha dato i voti necessari ad approvare riforme utili all’Italia». Decisamente più ruvido con il presidente del Consiglio il ”Mattinale“ del gruppo FI della Camera: «La tecnica dell’avvertimento, applicata con tempismo stupefacente da Renzi, dimostra che il premier usa il potere per il potere. Nessuno scrupolo. I patti e le leggi - sostiene la nota ispirata da Renato Brunetta - sono puri strumenti di consolidamento del dominio piegati al suo interesse privato». Affermato che la «clausola di salvaguardia del patto del Nazareno era una e una sola: la condivisione della scelta del capo dello Stato», il Mattinale, pur auspicando che ci sia «spazio per un ripensamento», avverte che «noi di FI non svenderemo la primogenitura del nostro popolo per un piatto di lenticchie. E lo faremo vedere subito alla Camera».

Record storico, 173 cambi di casacca. La grande migrazione che aiuta Matteo

Nella legislatura precedente si toccò quota 160. In questa l’emorragia è trasversale e continua. Il 41% delle europee come calamita acchiappatutti. Il capo del governo fa il pieno e blinda le sue riforme

ROMA La pratica della transumanza non è mai stata così frequentata come adesso, nelle aule di Camera e Senato. E siamo al record storico di traslochi da un gruppo a un altro in Parlamento. Se nella legislatura tra il 2008 e il 2013 - gli anni del trionfo dello scilipotismo e dell’Antonio Razzi che disse migrando da Di Pietro a Berlusconi: «Devo pagare il mutuo» - cambiarono gruppo 160 parlamentari, in cinque anni, adesso in appena due anni, quella quota di traslocatori politici è stata surclassata da questa nuova cifra monstre: 173 eletti hanno mutato casacca. Dirigendosi, per lo più, in direzione Pd (ed è clamoroso il caso degli ultimi otto arrivi neo-dem dal fronte ex montiano) ma va ricordato, pur se sembra archeologia, anche lo smottamento da Forza Italia che diede vita dopo le ultime elezioni alla nascita del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, nel dicembre 2013.
ZELIG

I 174 transumanti sono destinati a diventare sempre di più. E quanto più si diffonde il timore che Renzi possa andare al voto anticipato, considerando la sua maggioranza troppo indocile e non troppo piccola, tanto più la tentazione del trasloco da banco a banco diventerà epidemica e dilagante. Alcuni dei traslocatori, ma non troppi, sono definibili come zelig e come camaleonti. Ovvero cambio pelle per adattarmi meglio all’ambiente, per lucrare qualcosa e per ripartire di slancio. Ed è il caso del grillino Rizzetto che era di estrema destra, è entrato in Parlamento con i 5 stelle e poi al Nazareno ha promesso di portare in dote a Renzi altri come lui ma gli altri transfughi della sua specie si sono arrabbiati con lui: «Ci stai vendendo al Pd!».
RADICALI E LIB LAB

Oppure si trasmigra, dalla sinistra radicale di Sel alla sinistra stile partito nazione e acchiappa-tutto di Renzi, per motivazioni politiche del tipo di quelle di Gennaro Migliore: aiutare il democrat a conquistare una regione importante come la Campania o una città importante come Napoli, alle elezioni amministrative. E trasmigrano i vendoliani, trasmigrano i liberali delusi da Monti e da un progetto evaporato negli errori del Professore, trasmigrano i seguaci dell’anti-politica che dovevano aprire il Parlamento come fosse una scatoletta di tonno e invece hanno cominciato a considerarlo un luogo più frequentabile del web. E se era la «responsabilità» il principio per cui i Responsabili di Scilipoti il re dei peones passarono armi e bagagli nel fronte berlusconiano, tradendo Di Pietro che gridò loro «siete dei Giuda», adesso insieme alla governabilità e alla calamita rappresentata dal 41 per cento ottenuto alle Europee da Renzi - il quale la ricandidatura sicura non l’ha promessa a nessuno, anche se un corteggiatore di anime perse - c’è forse nel caso di quelli di Scelta Civica una opzione politica di gruppo e non (o almeno si spera) soltanto un obiettivo di tipo personale.
PASSAGGI COLLETTIVI
Infatti la nuova transumanza non è di genere più o meno individuale ma riguarda interi pezzi di partito che entrano in un altro partito. Con la possibilità o magari l’illusione di cambiarne la natura e l’identità del Pd, iniettando cultura riformista e liberale in un corpaccione che nasce per lo più ex comunista. E quanto a Renzi, oltre ai voti di tutti quelli che gli si propongono e che gli servono per blindare le sue riforme in Parlamento, gli interessa la possibilità di rafforzarsi grazie alle nuove giubbe dem nei confronti della sinistra Pd.
CONTAMINAZIONE

Il caso di Scelta (Sciolta) Civica che si sparge nei dem non appare come una riedizione del fenomeno degli «ascari» al tempo di Giovanni Giolitti, e il nome derivava a costoro dalla tribù indigene che venivano aggregate alle nostre truppe coloniali in Africa. L’operazione è di altra natura. Si tratta di transumanza come contaminazione di culture. Come passo ulteriore verso il superamento delle classiche posizioni sinistresi, perseguito da Renzi fin dal primo minuto della sua segreteria. La transumanza come contaminazione non significa però che non possa contenere anche elementi di conformismo e di fascinazione nei confronti del leader vincente. Il quale, Renzi, sembra spesso parlare come Agostino De Pretis, precursore ottocentesco del partito della nazione: «Intendiamo governare nell’interesse di tutti. Con l’appoggio di tutti gli uomini onesti e leali». C’è dunque un mix di vecchio e nuovo in questo fenomeno dei magnifici, ma anche contestatissimi, 173. Il Pd rispetto all’esordio ha guadagnato 16 parlamentari. Sel ne ha persi dieci alla Camera. Forza Italia ha perso 60 onorevoli. I grillini sono calati di 32 unità e la slavina pentastelluta è destinata a crescere. A questo ritmo, tra altri due anni, i nostri eroi transumanti arriveranno a quota 346. A fine legislatura, nel 2018, saranno 519. E non s’è mai visto un partito così forte in Parlamento.

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