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Data: 10/02/2015
Testata giornalistica: Il Centro
«Il cantiere della Ferrovia ci sta rovinando». Scalo: la protesta del supermarket Febbo. Per i titolari del negozio un errore chiudere la strada

CHIETI Con la chiusura per lavori di via D'Annunzio sono stati tagliati fuori dal traffico, e il loro giro di clienti è calato. Protestano i titolari dei Supermercati Febbo, che denunciano la situazione creata dal cantiere delle Ferrovie dello Stato all'altezza del passaggio a livello, che ha sbarrato l'accesso più agevole al versante nord della zona industriale. Quello della ferrovia era infatti il varco più conosciuto dai clienti abituali del grande supermarket, che da viale Benedetto Croce si immettevano in via Piaggio per raggiungere via Custoza. «Dal 21 gennaio», spiega Virginia Febbo, proprietaria insieme al fratello Romano, «registriamo un giro d'affari in discesa. La riprova che è stato proprio il cantiere a creare il problema ce l'hanno fornita alcuni clienti, che ci hanno riferito di una certa difficoltà per raggiungerci. Pensiamo perciò», osserva la commerciante, «che altri abbiano girato a vuoto con le loro auto e, avendo smarrito il punto di riferimento del passaggio a livello, non sono poi riusciti a trovare via Custoza e il nostro cancello d'ingresso». E' quel cantiere a rappresentare da settimane l'incubo dei Febbo, che aprirono qui alla fine degli anni Sessanta, un'epoca fiorente per Chieti e soprattutto la zona industriale dello Scalo. «Siamo rimasti qui ancora a quasi cinquant'anni dall'apertura», spiega la signora Febbo, «nonostante la crisi crescente della zona, confidando nella fedeltà della nostra clientela che difatti ha sempre risposto bene. Perché noi», osserva, «a differenza della grande distribuzione, ci mettiamo la nostra faccia, il buon nome della nostra famiglia che vuol dire qualità dei prodotti e servizio affinato in decenni di attività. E ci sentiamo responsabili anche verso i nostri dipendenti. Ma ora», annota la contitolare, «la chiusura di via D'Annunzio potrebbe rappresentare un duro colpo dal momento che praticamente tutti si muovono in macchina, e alla prima difficoltà un negozio può sembrare equivalente all'altro, anche se non è così. Ci risulta fra l'altro che il cantiere è stato aperto per costruire una ministazione ferroviaria o comunque una fermata, ma chi sa come si muove la gente da queste parti sa anche che si tratta di una struttura senza grandi prospettive». Dalle lamentele per il disagio creato dal cantiere alla critica sulla gestione del commercio a Chieti il passo è breve. «Chiusura di via D'Annunzio a parte», spiega Febbo, «è scandaloso che in questa zona ci sia la più alta concentrazione di ipermercati e centri commerciali d'Europa. La responsabilità è delle amministrazioni comunali che si sono succedute negli anni, che non hanno evidentemente pensato a tutelare il commercio locale». Ce n'è anche per le organizzazioni di categoria. «Da anni ci siamo cancellati», racconta la contitolare, «dagli iscritti di Confcommercio. Lo abbiamo fatto per protestare contro le concessioni che in pochi anni hanno creato a noi operatori locali una concorrenza difficile da contrastare».

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