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Pescara, 24/11/2024
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Data: 11/02/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
D’Alfonso show sulle multe «Io dodici gli altri ben 196». Febbo incalza sui 1.400 euro. Il Presidente: «Chiedo scusa al mio autista e alle forze dell’ordine»

PESCARA Quella mattina del 6 agosto scorso Luciano D'Alfonso correva dal vice ministro allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti quando, alle 6,45 del mattino, il Tutor piazzato sull’autostrada A24 segnalava che l'auto del presidente andava un po' troppo di fretta: 180 km orari e conseguente multa di 1.400 euro al destinatario. Vicenda tornata a galla ieri, in consiglio regionale, per un’interrogazione del consigliere di Fi Mauro Febbo, che D'Alfonso ha liquidato in una decina di minuti con una sorta di monologo da cabaret, ricco di nuove rivelazioni: «Intanto credo che le mie multe non siano due o tre, ma dodici. E, proprio perché le cifre hanno per me un senso, vi comunico che quelle del precedente quinquennio sono state 196».
La prima bordata è servita, e siamo solo all'inizio: «La mattina del 6 agosto mi recavo dal vice ministro De Vincenti, che non è proprio un venditore di laterizi di San Giovanni Teatino, ma uno che si occupa di piani energetici, gasdotti e altri problemi simili. Vi faccio un'altra rivelazione, di cui chiedo venia. Sull'auto c'era con me anche un viaggiatore abusivo: il presidente di un comitato No Gas. Ma non sono stato io -continua D'Alfonso, rispondendo a una delle domande di Febbo- a chiedere all'autista di schiacciare il piede sull'acceleratore. Quando sono in auto ne approfitto per studiare i dossier, visto il poco tempo a disposizione». Ed ecco un altro siparietto: «Chiedo scusa al mio autista e alle forze dell'ordine. Mi ero impegnato affinché non dovessero più occuparsi della mia condotta, a qualsiasi titolo. Adesso l'ho promesso anche a mia sorella».
Quanto alla multa: «Presumo che il giudice di pace voglia valutare tutti gli aspetti del ricorso. Dopodiché mi piacerebbe pagare per intero la sanzione». Inutile avventurarsi sul perché di quel viaggio all'alba, per recarsi alle 8 al Ministero, quando si sarebbe potuto pernottare la sera prima in un hotel romano. D'Alfonso, all’upo, ha bell’e pronta un'altra battuta al peperoncino, ma il timer del question time si blocca al momento giusto.

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