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Pescara, 24/11/2024
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Data: 11/02/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Porto insabbiato, nuovo allarme. Effetto maltempo sui fondali: due pescherecci si incagliano durante l’uscita in mare. Riunione d’urgenza in capitaneria. La prossima settimana dovrebbe partire il dragaggio. Testa telefona al ministro Lupi

Non c’è pace per il porto. La scorsa notte, dopo le forti mareggiate di domenica e luneì, due pescherecci in uscita sono rimasti incagliati tra la zona della canalina e il bacino portuale. Sul posto sono intervenuti immediatamente gli operatori della guarda costiera, che hanno trainato le due imbarcazioni fuori dallo scalo, mettendole al sicuro. Subito dopo, la capitaneria di porto ha effettuato ulteriori rilievi batimetrici ed è stata convocato una riunione d’urgenza per valutare la situazione che si è venuta a creare alla vigilia dell’avvio dei lavori di dragaggio, annunciato per la settimana prossima. «La piena del fiume Pescara dei giorni scorsi e le mareggiate che hanno colpito il litorale abruzzese - conferma il comandante Enrico Moretti - hanno comportato notevoli variazioni dei fondali, con la particolare e repentina riduzione delle batimetrie in prossimità dell’imboccatura del porto canale. Questo ha causato l’insabbiamento dei due pescherecci con pescaggio di circa tre metri e mezzo».
MOTOVEDETTE FISSE
Le imbarcazioni intrappolate sono la Cuore di Gesù, di Francesco Scordella, storico portavoce della marineria pescarese insieme a Mimmo Grosso, e la Emily C. A seguito di questo ennesimo incidente, il comandante Moretti ha disposto la presenza fissa di motovedette in assistenza ai pescherecci in uscita e in ingresso nel porto ordinando rilievi urgenti, finalizzati ad avere una situazione aggiornata dello stato dei fondali. «Inoltre - aggiunge - abbiamo segnalato la secca con il posizionamento di una boa di segnalazione e la riduzione delle batimetrie è stata divulgata con avvisi ai naviganti e via radio sul canale 16 di emergenza». L’obiettivo della capitaneria, ovviamente, è garantire una navigazione il più possibile in sicurezza all’interno del porto, dove ieri pomeriggio, come se non bastasse, intorno alle 16,30 ha fatto la sua comparsa un’ampia e oleosa macchia nera. Una chiazza di nafta, quasi sicuramente, che dalla corrente è stata, poi, spinta verso il mare. Sul posto sono intervenuti, insieme ai tecnici dell’Aca e alle Gev, anche personale della capitaneria e della polizia provinciale, già impegnati in attività di monitoraggio degli scarichi lungo il fiume Pescara. Il comandante Giulio Honorati ha raccontato che durante il pomeriggio «i tecnici hanno risalito il fiume per cercare di individuare la fonte della fuoriuscita di nafta, con ogni probabilità lo scarico di un’imbarcazione o causata dalla pulizia di un motore, ma, purtroppo, senza esito positivo».

«Dragaggio dalla settimana prossima» Testa telefona al ministro Lupi

Lunedì 16 febbraio prenderanno il via le operazioni di dragaggio. Sembra questa l’unica notizia certa sul futuro del porto di Pescara, confermata sia dal comandante Moretti, sia dal governatore della Regione Luciano D’Alfonso. Ma secondo Guerino Testa, ex commissario dello scalo pescarese e già presidente della Provincia, ci sarebbe dell’altro. «Ho parlato personalmente al telefono con ministro Maurizio Lupi e con IL Provveditore alle opere pubbliche Roberto Linetti - ha fatto sapere ieri Testa -. Di fronte a questa nuova emergenza mi hanno confermato che martedì inizieranno i lavori per il dragaggio nel porto, grazie a fondi regionali e statali che saranno divisi su due distinti progetti di intervento».
Il primo sarebbe finalizzato ad arrestare l'ingresso della sabbia nel porto, mentre, il secondo, per modifiche strutturali del canale, in aderenza alle previsioni del prg portuale. Questo secondo intervento , stando a quanto rivelato da Testa, si dovrebbe svolgere in parallelo con i lavori previsti nel porto di Ortona, con ogni probabilità per evitare di dover sversare i fanghi derivanti dal dragaggio dello scalo pescarese nella vasca di colmata presente ad Ortona e comunque per evitare altre polemiche ta scali vicini.
«Ormai non sappiamo più cosa pensare e a cosa credere - ha dichiarato scettico Giovanni Verzulli, storico operatore portuale -. Noi non ci arrenderemo, questo è certo, ma la situazione in cui ci troviamo ha dell’incredibile. Ieri abbiamo anche incontrato D’Alfonso, che ci ha assicurato che sta lavorando per risolvere definitivamente i problemi del porto di Pescara e di quanti ci lavorano. Ci auguriamo soltanto che non sia l’ennesima promessa destinata a cadere nel vuoto». Verzulli ha infine ribadito che «il dragaggio è solo un palliativo, per salvare il porto occorre procedere con interventi strutturali».

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