Il risultato è «clamoroso», come lo ha definito il vicepresidente Giovanni Lolli, talmente clamoroso che è probabile che molti degli investimenti resteranno fuori dalla graduatoria dei finanziamenti Fas. Le tredici domande arrivate per i contratti di sviluppo sono un segnale incoraggiante e non solo un segnale: gli investimenti legati ai 6 milioni di euro messi a bando supereranno infatti i 60 milioni di euro. Nomi e progetti, per ora, restano riservati fino alla redazione della graduatoria, ma almeno quattro di questi sono di grande portata: c’è la Fiat con 42 milioni, un gruppo romano con 30 milioni e poi la Medibev e una cordata thailandese. Per accontentarli tutti ci vorrebbe almeno il doppio della dotazione disponibile, quanto basta perché ieri Lolli lanciasse la pietra nello stagno: «Vi consiglio di mettere i quasi 5 milioni di euro dei Fas destinati al Collettore turistico (il progetto pubblico redatto dai Comuni, ndr) - ha detto il vicepresidente ai sindaci e agli imprenditori convocati dalla coordinatrice del tavolo Antonella Di Nino - su questa misura destinata alla grande impresa. Anche perché il rischio concreto è che questi soldi, se non dovessero essere impegnati entro la fine dell’anno, finiranno nel calderone dei tagli».
I RITARDI
Il progetto pubblico, d’altronde, va molto, troppo a rilento, e non solo o non certo per colpa dei sindaci: ieri, all’assemblea di partenariato, per la misura in questione, non si è presentato neanche il dirigente regionale che aveva chiesto ai sindaci di rivedere i loro progetti. Un’assenza duramente stigmatizzata dalle fasce tricolori e dalla coordinatrice: «C’è una evidente dicotomia in Regione - ha detto Antonella Di Nino - una che va veloce che è quella qui rappresentata da Lolli e una che è totalmente assente e che ingessa la progettualità del territorio». I sindaci dal canto loro vorrebbero capire se andare avanti con il loro progetto (e per questo hanno chiesto un altro incontro a stretto giro) o se, davvero, di fronte alla clamorosa risposta data dai privati, spostare quei 5 milioni sui contratti di sviluppo (così il sindaco di Pratola, Antonio De Crescentiis). Chi non vuole perdere il treno è sicuramente il vicepresidente Lolli che, per sicurezza, ha annunciato addirittura Di voler fare un «bando fittizio» (cioè senza risorse) al fine di stilare una graduatoria già pronta per riversarvi i Fas che non dovessero essere realizzabili entro l’anno. La richiesta, da parte dei privati, è d’altronde alta e non solo nella grande impresa: un lungo elenco di piccoli imprenditori, ad esempio, è pronto per rispondere al secondo dei bandi Fas che partirà tra un paio di mesi, quello cioè che riguarda i fondi (1,7 milioni di euro) da elargire in regime di de minimis, con cofinanziamenti che vanno dal 40 al 70% per un minimo di 50 mila euro.