SULMONA In corsa resta solo Agostino Ballone (foto), il nome della prima ora, quello che aveva dovuto tirarsi indietro per incompatibilità, il presidente condiviso: prima delle barricate, dei colpi bassi, dei veti e dei ricorsi. Confindustria ha deciso l’altra sera in una riunione a Pescara chi sarà il prossimo presidente regionale. Certo le sorprese, in questa telenovela che sembra infinita, sono ancora possibili, perché prima che la procedura sia chiusa ci vorrà ancora un mese. Ma la «rinuncia», che assomiglia ad un ritiro forzato, della candidatura di Fabio Spinosa Pingue (escluso dai probiviri e poi riammesso dal nazionale), sembra aver messo un punto fermo nella successione a Mauro Angelucci, in proroga ormai da quasi un anno. Troppo per non accelerare i tempi sul ricambio, senza rischiare un commissariamento.
FINE DEI VELENI?
Ecco allora, di nuovo, il candidato unico. Il dado è tratto, insomma, ma il Rubicone è ancora lontano: la vetta più alta da superare è infatti quella della fusione delle sedi provinciali che, a quanto pare, sarà il primo punto all’ordine del giorno nell’agenda del nuovo presidente. La linea non sarà però quella delle tappe forzate, perché Agostino Ballone si candida anche come uomo oltre lo scontro: una guerra intestina che ha ampliato il fronte fino alle barricate della lotta di campanile. L’Aquila il capoluogo ferito e orgoglioso da una parte, Pescara la città dalla «vittoria mutilata» dall’altra. Come quaranta anni fa.
LA QUESTIONE CASSA
In verità più che il campanile è la cassa a ostacolare la fusione o comunque a non favorirla. Con L’Aquila e Teramo che hanno patrimoni e strutture solide, e Pescara-Chieti (già diventate una cosa sola nel dicembre scorso) che al contrario non sembrano navigare nell’oro (tant’è che Chieti prima della fusione a dicembre con Pescara ha dovuto alleggerire la sua struttura). Non proprio e non solo questioni di prestigio e di idee di sviluppo per l’Abruzzo, insomma. Anche perché i più «ricchi», numeri alla mano, sarebbero nella Confidustria unica anche quelli che conterebbero di meno per il minor numero di associati. Agostino Ballone, imprenditore teramano, si candida così come punto d’incontro: il mediatore che dovrà convincere e unire le diverse anime dell’associazione di categoria, traghettarle nella nuova forma che richiede e pretende anche e soprattutto il vertice nazionale e che dovrà, come prima cosa, far tornare un po’ di serenità al suo interno.
RIPORTARE LA SERENITA’
La sfida, quella vera, in vista di un’auspiacata ripresa del Paese e della regione, è d’altronde di ben altra portata e il tessuto industriale abruzzese, di per sé già debole, non può permettersi di farsi trovare frammentato, impreparato. A parere di molti, dentro e fuori Confindustria, Agostino Ballone però ce la può fare, è l’uomo giusto: una grande capacità di mediazione e una esperienza anche imprenditoriale autorevole. Non a caso era lui il candidato della prima ora, quello che avrebbe dovuto succedere a Mauro Angelucci già un anno fa. Candidatura, allora, bocciata perché Ballone era presidente della Fiavet, federazione viaggi e turismo legata a Confcommercio: ruolo lasciato ora «in eredità» al fratello Davide e dal quale si è definitivamente affrancato, anche perché ormai la sua attività imprenditoriale (la Baltour) si occupa quasi esclusivamente di trasporti e non più di turismo.