Ha redatto assieme a Giovanni Legnini diverse leggi di stabilità, la vecchia finanziaria, ma una vera visibilità ed esposizione mediatica l'ha avuta solo con il parapiglia alla Camera dei deputati di mercoledì notte fatta rimbalzare sui tg nazionali, social network e canali come Youtube.
I RICHIAMI DELLA BOLDRINI
Più volte la Presidente della camera, Laura Boldrini, ha chiamato il suo nome in aula, visto il trambusto di onorevoli che volevano darsele di santa ragione. Tancredi con la sua altezza risulta davanti alle telecamere il più riconoscibile: mulinava a destra e a manca con le sue lunghe braccia e inveiva dabbasso. Il primo fronte s'è creato tra alfaniani e leghisti.
«In buona sostanza - racconta il parlamentare teramano - gli onorevoli padani volevano far casino perché il Pd aveva chiesto, quando si stava discutendo le riforme costituzionali, e segnatamente l'articolo 118, la seduta fiume». Andare ad oltranza, a tappe forzate, perché il governo vuole così, anche per contenere i tanti sub-emendamenti presentati. Una scelta attaccata fermamente anche dai grillini. Tancredi sostiene di essersi proteso a difesa di Sergio Pizzolante e Giuseppe Scoppeliti fatti oggetto di invettive e minacce fisiche dai leghisti, dopo che lo stesso Pizzolante, nella sua dichiarazione di voto aveva commentato: «Basta con le polemiche di bassa lega, e voglio intendere di bassa lega» più volte accentuando il tono polemico. Al che, l'onorevole Stefano Allasia non ci ha visto più: assieme ai suoi amici s'è scagliato verso il gruppetto di alfaniani cercando lo scontro fisico, evitato però dai commessi, ma generando un parapiglia cui si sono accodati anche altri.
«Il loro intento era chiaro - ragiona Tancredi - ne ho viste diverse di queste, chiamiamole, dialettiche politiche, ma la Lega voleva boicottare la soluzione che si stava profilando in aula, cioè quella di una seduta fiume che discutesse finalmente le riforme costituzionali, argomenti per i quali ci stiamo spendendo da tempo... se ne parla da 30 anni, ora le stiamo facendo».