CHIETI Berlusconi a Chieti dopo l’8 marzo per lanciare Umberto Di Primio. Lo annuncia Nazario Pagano, coordinatore regionale di Forza Italia, al termine della riunione lampo di ieri sera a Pescara che ha candidato, anzi ricandidato, il sindaco uscente. La telenolvela del centrodestra teatino finisce con un botto. Oggi stesso, Pagano, chiamerà al telefono l’ex cavaliere che, scontata la pena, sarà certamente in città dopo la festa della donna. Nel frattempo la candidatura di Di Primio, il sindaco dell’Ncd sdoganato da Forza Italia, anche se Fabrizio Di Stefano ieri non c’era, e dall’Udc di Buracchio, costretto al dietrofront dopo l’aut aut romano, sarà ufficializzata domani. E festeggiata con una convention all’americana il 27 o il 28 di febbraio. Il via libera, dopo mesi di tira e molla, conditi anche da inchiesta e avviso di garanzia, dal dietrofront non solo dell’ex sindaco democristiano ma anche dall’ex assessore regionale Mauro Febbo, è arrivato in serata nella sede forzista di piazza Salotto, dietro all’elefante di Michetti e ridotta a 50 mq per via della spending review, ma sufficientemente ampia per accogliere Pagano, Febbo, Emilia De Matteo e Maurizio Costa, per Forza Italia; Buracchio ed Enrico Di Giuseppantonio, per l’Udc (n.b. Buracchio ha garantito una lista a doppia cifra di consensi); Federica Chiavaroli, felice come una Pasqua, Di Felice ed Ezio De Crecchio, per l’Ncd; e infine Marcello Michetti, di Fratelli D’Italia che, realista più del re, è il solo a dire: «Ora non sarà una passeggiata, era meglio partire prima». I mesi persi dal centrodestra sono tre, per non dire sette. Ci penserà Berlusconi a colmare il gap? Pagano ne è sicuro ma lancia un messaggio: «Chiederò ai calibri da 90 di dare il massimo e candidarsi. Tutti ci dovranno mettere la faccia». A buon intenditor poche parole. Dove per buon intenditore, Pagano, non può che intendere colui che non c’era, ufficialmente bloccato in parlamento. Ma anche Di Stefano dovrà candidarsi con il sindaco che non gli piace.