ROMA La commissione Lavoro della Camera rinvia alla prossima settimana il suo parere sui primi due decreti attuativi del Jobs act, causa seduta fiume in Aula sulle riforme. Ma nel frattempo nella maggioranza non si placano le polemiche dopo la spaccatura avvenuta l’altra sera al Senato sui licenziamenti collettivi. La commissione presieduta da Maurizio Sacconi infatti ha dato parere favorevole al decreto che introduce il contratto a tutele crescenti e modifica le norme sul recesso, ma il Pd - nonostante il voto contrario dell’alleato centrista - è riuscito a far passare come integrazione al parere una proposta in cui chiede di fatto al governo di escludere i licenziamenti collettivi dal provvedimento. Determinanti i voti di Movimento Cinque stelle e Sel. E così ieri sono fioccate le accuse. «Il metodo delle maggioranze variabili è inaccettabile» stigmatizzano esponenti di Area popolare Ncd-Udc, Bruno Mancuso, Laura Bianconi e Federica Chiavaroli. Sui contenuti va giù duro Sacconi: nel Pd stanno prevalendo le forze conservatrici che porteranno a «passi indietro» su una riforma già di per sè «timida». Ma quale passo indietro o volontà di conservazione - replica a muso duro la senatrice del Pd Annamaria Parente - piuttosto si tratta di «un modo di tutelare la dignità del lavoratore. L'impianto innovativo del Jobs Act, che il Pd ha fortemente voluto, è intatto».
Divisioni destinate a riprodursi pari pari alla Camera, visto che anche lì - come ribadisce il presidente Cesare Damiano - la commissione Lavoro chiederà al governo di togliere i licenziamenti collettivi dal decreto. Una scelta che, tra l’altro, va incontro alle richieste avanzate sin da subito dai sindacati, come ha ricordato il leader Cisl Annamaria Furlan.
Intanto ieri è arrivato il via libera dalla Conferenza Stato-Regioni all’atro decreto attuativo del Jobs act, quello relativo agli ammortizzatori sociali, dopo che il governo ha assicurato di essere disponibile ad accogliere una serie di modifiche, tra le quali l’allargamento della platea dei beneficiari del contratto di ricollocazione.