CHIETI L’ampia sala dell’hotel Iacone, allo Scalo, strapiena. Più di cento persone, nonostante fosse solo una conferenza stampa, hanno voluto essere presenti alla più volte rinviata ricandidatura del sindaco Umberto Di Primio. Un percorso accidentato il suo, ma che lui preferisce chiamare, nonostante tutto, «fortunato», perché alla fine la ricandidatura è arrivata con la condivisione di tutto il centrodestra: da Ncd, il suo partito, rappresentato dall’onorevole Federica Chiavaroli e dal responsabile cittadino Stefano Di Renzo, all’Udc dell’ex sindaco Andrea Buracchio, a Fratelli d’Italia, presente con il coordinatore provinciale Antonio Tavani, a Forza Italia, rappresentata dal coordinatore regionale Nazario Pagano, dall’onorevole Fabrizio Di Stefano e dal consigliere regionale Mauro Febbo. Sul tavolo, addobbato ad arte con alle spalle una gigantografia del territorio comunale riempito di parole d’ordine, campeggiavano un paio di scarpe da training: «Cinque anni fa ho cominciato a correre», ha spiegato il sindaco, «e non mi sono mai fermato. Per amministrare devi correre ogni giorno, non basta bearsi davanti allo specchio, devi sporcarti le mani e i piedi andando tra la gente, tra i lavoratori delle fabbriche che chiudono e dove rischi anche la contestazione, ma ci devi andare perché tu sei il sindaco e hanno solo te come riferimento». Vicino alle scarpe c’erano anche tre testi (il Vangelo, il Testo unico degli enti locali e lo Statuto comunale) e una scatola di cioccolatini a forma di cuore, non tanto in onore di S. Valentino, quanto per criticare i manifesti di auguri del candidato di centrosinistra Luigi Febo con su scritto «I love Chieti». Tutti i presenti hanno puntato il loro intervento sulla ritrovata unità della coalizione. Chieti è stata indicata come laboratorio nazionale per la rinascita di un centrodestro coeso. «Da Chieti riparte una nuova stagione per il centrodestra», ha detto Pagano, che ha anche confermato l’arrivo di Silvio Berlusconi in campagna elettorale. «Coalizione compatta nonostante qualche defezione», ha sottolineato Di Stefano, ma proprio quei cambiamenti di casacca ora segnano, per l’onorevole forzista, la debolezza del centrosinistra. «Nessuna pietà per i traditori. Né oggi, né in caso di ballottaggio», ha tuonato infine Di Primio. L’intervento più critico va invece all’alleato di sempre, Buracchio, che ha definito le perplessità espresse solo qualche giorno prima sulla ricandidatura come «critiche costruttive». . Da comizio elettorale, invece, l’intervento di Mauro Febbo che ha sparato a zero contro Luciano D’Alfonso, accusato di voler «mettere le mani sulla città»attraverso il candidato sindaco del centrosinistra. Un tema caro, questo, anche a Di Primio che nella città di Achille parla del centrosinistra come «cavallo di Troia che fa uscire a tradimento dal suo ventre il governatore D’Alfonso». Intanto Di Primio puntualizza che «a San Martino non vi è stato alcun comizio, ma un incontro coi residenti promosso dall’associazione Città amica».