L’AQUILA In mancanza di un Brunetta locale, i famosi «sorci verdi» a Cialente e al partito Democratico li faranno vedere, forse, non certo quelli dell’opposizione. Ma quelli che una volta si chiamavano i cespugli del centrosinistra. Mentre il sindaco attende dal Pd l’indicazione del nome del successore dell’assessore Alfredo Moroni, sono i partitini della maggioranza a scaldare il clima invernale del Cialente-bis. Un anno fa, del resto, di questi tempi, il sindaco superava la buriana dell’inchiesta giudiziaria che coinvolse l’ex vicesindaco Roberto Riga col ritiro delle dimissioni e l’ingresso in giunta dell’ex magistrato Nicola Trifuoggi. Anche stavolta potrebbe tirare fuori dal cilindro un nuovo colpo a sorpresa con cui superare una fase di maretta in maggioranza, vieppiù evidenziata dal recente altolà firmato da Giustino Masciocco di Sel ed Enrico Perilli di Rifondazione. «La risposta, arrogante e piccata, del segretario comunale del Pd al nostro intervento sulla ricostruzione privata», scrivono, «evidenzia, ancora una volta, le difficoltà del maggior partito al governo della città nel cercare di coprire le mancanze del governo nazionale rispetto alla ricostruzione dell’Aquila e delle frazioni. Magari si potesse ridurre la discussione a un mero problema di visibilità da parte di noi consiglieri, sarebbe poca cosa e di certo non toccherebbe i cittadini. Purtroppo la questione che noi poniamo è tutt’altro che frivola. Chiediamo cioè come si pensa di uscire da questa situazione di stallo che rischia di far venire giù tutto l’architrave socio-economico della nostra città, retto dalle piccole imprese e dagli artigiani, oggi continuamente vessati dai grossi gruppi imprenditoriali che hanno monopolizzato la ricostruzione privata. Sappiamo perfettamente che le problematiche che portiamo all’attenzione sono di difficile soluzione, ma a questo punto sarebbe poco corretto e rispettoso nei confronti dei cittadini veicolare un ottimismo di facciata, lasciando intendere che le cose si sistemeranno e promettendo fondi per cifre considerevoli che dovranno, peraltro, essere confermati e resi operativi con le future leggi di Stabilità. Avere paura di gridare al governo queste preoccupazioni (non ci si è risparmiati a incalzare i governi Monti e Letta) vuol dire essersi rassegnati a vedere l’allungamento dei tempi della ricostruzione. Noi a questa rassegnazione non vogliamo cedere, come migliaia di aquilane e aquilani che vorranno tornare, nel più breve tempo possibile, nelle loro abitazioni. Albano non dubiti della nostra lealtà nel sostenere la giunta che governa la città. Se volesse qualche conferma, basterà che chieda al suo gruppo consiliare, con il quale siamo impegnati giornalmente nella difficile sfida di amministrare la città».