ROMA La tariffa elettrica non aumenterà più in base ai consumi. L’Autorità per l’energia pianifica la rivoluzione che cambierà radicalmente l’attuale meccanismo che determina il peso delle bollette degli italiani. L’obiettivo di fondo, indicato in un documento messo in consultazione, è modificare le storture di un sistema costruito 40 anni fa che di fatto penalizza le famiglie numerose. Attualmente, infatti, la tariffa elettrica aumenta progressivamente sulla spinta dei consumi, come avviene ad esempio per le aliquote Irpef in relazione ai redditi. Il risultato, ad esempio, è che un single paga la luce, in proporzione, meno della famiglia numerosa che fa due lavatrici al giorno. L’Autorità punta a scardinare questa impostazione che era il frutto di una particolare situazione contingente, vale a dire gli shock petroliferi degli anni ’70 che avevano costretto i governi ad impostare un programma di austerità energetica che per l’elettricità prevedeva una penalizzazione per chi aumentava i propri consumi, attraverso bollette progressive, con sussidi incrociati e redistribuzioni tra gruppi di clienti. Con il passare degli anni sono apparse evidenti tutte le anomalie di questo sistema, incapace anche di sostenere consumi più efficienti da un punto di vista ambientale.
I COSTI
Il documento dell’Autorità propone quindi una serie di possibili e diverse opzioni, ma ne suggerisce una in particolare, per cui le tariffe di rete sono uguali per tutti e non più progressive (applicate con un corrispettivo fisso annuo per ogni utenza, sulla potenza impegnata) e l’ammontare necessario alla copertura degli oneri generali viene caricato per il 50% in base alla potenza e il 50% sui consumi, differenziando tra residenti e non residenti il corrispettivo per potenza impegnata. Una soluzione del genere manterrebbe sostanzialmente invariata la bolletta del consumatore medio (residente con consumi pari a 2.700 kWh e una potenza impegnata di 3 kW), che passerebbe da 438 a 443 euro l’anno. I maggiori benefici sarebbero invece proprio per chi è residente e ha una potenza impegnata fino a 6kW e consumi fino a 6 mila kWh, categoria nella quale dovrebbero rientrare per l’appunto le famiglie numerose, che risparmierebbero la bellezza di 618 euro. Viceversa, la categoria alla quale presumibilmente appartiene un single, cioè con potenza di 3kW e consumi fino a 1.500 kWh, pagherebbe 74 euro in più: ma anche chi ha consumi leggermente superiori, fino a 2.200 kWh, sborserà un po’ di più (44 euro). La categoria più svantaggiata dal nuovo sistema sarebbe invece il cliente non residente con consumi fino a 900 kWh (+129 euro), mentre i non residenti con consumi alti (fino a 4.000 kWh) risparmierebbero 188 euro.
La riforma proposta dall’Autorità, comunque, non è proprio dietro l’angolo. La consultazione sul documento terminerà il 16 marzo e la road map prevede un percorso che, partendo dal primo gennaio 2016, si sviluppa nell’arco di due anni per consentire di introdurre la nuova struttura tariffaria a partire dal 1° gennaio 2018.