La sentenza emessa ieri pilota in Italia: restituisce la patente di guida e il libretto di circolazione al conducente multato dai vigili urbani. I tassisti paralizzano il centro e aggrediscono i cronisti presenti
E' il primo pronunciamento sull'argomento, a Genova e in Liguria, di un Giudice di Pace. Che ieri ha annullato la multa, restituito la patente e il libretto del veicolo all'autista di Uber, a cui i documenti erano stati sequestrati dai vigili.
Un pronunciamento tanto atteso. Anche fuori Liguria.
Secondo quanto spiega l'ufficio stampa del servizio che si definisce "pubblico", il giudice non si sarebbe limitato alla restituzione di patente e di carta di circolazione, ma sarebbe entrato nel merito. Avrebbe stabilito che, secondo il suo parere, "non c'è esercizio abusivo della professione".
Che, quindi, l'attività di Uber non è fuorilegge. Anche se la sentenza si riferisce soltanto al caso trattato e non può fare giurisprudenza. In Italia, infatti, contrariamente ad altri Paesi come l'Inghilterra "il caso non fa un precedente".
Comunque, fa scuola.
Una sentenza può essere citata a modello nei successivi ricorsi che dovessero essere presentati sullo stesso argomento. Le motivazioni, comunque, saranno depositate domani e solo allora si potrà capire di più.
Ma pare che già ieri il "magistrato" abbia fornito spiegazioni verbali. Le ragioni del suo parere: attualmente in Italia non c'è una legge che regola questa materia, quindi la normativa vigente (del 1992) non sarebbe adeguata. Ne serve una nuova.
"Oggi a Genova è stata emessa la prima sentenza nel merito in Italia: il servizio non è un taxi abusivo - scrive però in una nota la general manager in Italia, Benedetta Arese Lucini - .
Il giudice afferma quello che noi sosteniamo da sempre, ovvero che la legge vigente, scritta più di 20 anni fa, non è adatta a normare un servizio come Uber. È stato fatto un passo in avanti verso una libera e corretta concorrenza a favore del consumatore. È un'opportunità in più per il legislatore, affinché ora trovi una soluzione capace di integrare all'interno del sistema servizi innovativi come Uber che, ricordiamolo, vanno a beneficio dei cittadini e delle città".
Al Giudice di Pace si erano rivolti gli autisti che lo scorso anno si sono visti multare dalla polizia municipale, tra cui quello che a settembre era stato contravvenzionato dai vigili di Molassana, perché privo di "licenza". Inoltre, aveva avuto l'ammenda di 1750 euro, la sospensione della patente di guida e la confisca del libretto dell'auto (equivale a dire il sequestro del mezzo).
Era stato multato per aver fatto il conducente di auto a noleggio senza possedere i requisiti all'esercicio della professione. A segnalarlo, un tassista "vero", della Cooperativa, che ha chiesto l'intervento della polizia municipale.
Non è stato l'unico caso denunciato. Qualche giorno prima, un altro collega adibito al "trasporto con chiamata da smartphone", che accompagnava un cliente da Nervi a Pegli, era stato "pizzicato", sempre con contravvenzione e ritiro patente: per violazione dell'articolo 86 del codice della strada, che regolamenta il servizio pubblico di trasporto.
Nel frattempo, i tassisti non perdono tempo e paralizzano il traffico a Genova durante lo sciopero organizzato in concomitanza con l'incontro con il prefetto.
Intorno alle 12, momenti di tensione, quando alcuni conducenti hanno tentato di aggredire alcuni cronisti che stavano seguendo la loro protesta, la polizia ha tentato vanamente di calmare gli animi, ma sono stati gli stessi colleghi dei tassisti più esagitati ad averli allontanati dai giornalisti accusati di aver 'preso le parti di Uber' sui giornali.
Alle 13, ancora in corso l’incontro tra i sindacati dei tassisti e i vertici della Prefettura genovese, anche se i rappresentanti di Fita Cna e Casa Artigiani hanno abbandonato il tavolo di discussione. Intorno, lungo tutta via Roma e in piazza Corvetto, e anche nella parte alta di via Venti, sono disposte le loro auto bianche; in via Roma la circolazione è bloccata, e viaggiano soltanto i mezzi di soccorso: «Vogliamo radunare qui tutti gli 800 e passa autisti cittadini, siamo vittime di un’ingiustizia», hanno spiegato i tassisti.
Tornando alla protesta, i tassisti attendono di leggere le motivazioni della sentenza che ha portato alle decisione di sabato del giudice di pace, che quale ha stabilito che Uber non è un servizio taxi abusivo. Commentando la lettura del dispositivo e anticipando ciò che sarà messo nero su bianco nella sentenza, protocollata oggi, il magistrato Giovanni Gualmati aveva detto di aver rilevato un errore nella contestazione dell’articolo del codice della Strada fatta al driver fermato e dal cui ricorso è scaturita tutta la vicenda: l’autista Uber non andava sanzionato in base all’articolo 86 (professione di tassista abusivo), ma in base all’articolo 85 (che fa riferimento, invece, agli autisti Ncc, ovvero noleggio con conducente).