Secondo l’accusa dalla Procura distrettuale dell’Aquila avrebbero, con finalità di eversione, minacciato l’allora segretario nazionale della Cisl Raffaele Bonanni piazzando davanti al cancello della sua abitazione, un falso ordigno, ovvero una busta di plastica piena di bulloni di ferro avvolti con carta stagnola da cui fuoriusciva filo elettrico. Era la notte del 21 marzo del 2014 quando a Francavilla dopo una telefonata al 112, si mobilitavano gli artificieri pensando al peggio ma scoprendo subito dopo che quell’involucro era assolutamente inoffensivo anche se confezionato in modo da sembrare una bomba artigianale.
Per quel gesto sono finiti sotto processo Davide Nunziato, 33 anni, francavillese, a cui è contestato anche il procurato allarme con l’aggravante dell’eversione dell'ordine democratico, e Donato Colasante, 22 anni di Guardiagrele. Il primo viene processato con rito immediato in tribunale a Chieti: Ieri in aula c’era solo il suo difensore, l’avvocato Giancarlo De Marco e il collegio, presieduto da Geremia Spiniello, il prossimo 17 marzo affiderà l'incarico di trascrivere le intercettazioni mentre per sentire i testimoni si tornerà in aula il 25 settembre. Nunziato nel frattempo però resta in carcere perché accusato anche di detenzione di armi ovvero due pistole ed un fucile. Armi che, secondo la difesa, sono state acquistate e sono della moglie dell’uomo. Ha invece scelto il rito abbreviato Colasante, difeso da Graziano Benedetto, nei cui confronti si ipotizzano anche l’estorsione ai danni della madre e della nonna (voleva soldi per comprarsi droga) oltre che i maltrattamenti alla nonna, e di induzione alla prostituzione nei confronti di una ragazza. Sarà processato il 25 febbraio.