CHIETI Non era il processo a Di Primio anche se Gabriele Salvatore, il consigliere del Pd querelato per ingiurie dal sindaco, voleva che lo diventasse. Ma il giudice di pace, Clementina Settevendemie, ha dato subito lo stop al D’Agostino-bis. Solo Elvea Pesce, una delle sette donne vittime dell’ex assessore condannato per violenza sessuale e ricatti per la casa, ha “processato” in aula il primo cittadino sbottando a fine udienza: «Qui non stanno parlando di diritto alla casa, di D’Agostino e di Di Primio che sapeva. Citatemi e vi aggiusto io!». Ma la donna che, con la sua denuncia, ha fatto condannare l’ex assessore dell’Udc a 3 anni e 3 mesi di reclusione, non sarà testimone del processo parallelo, nato da una frase detta in consiglio comunale da Salvatore, e finito con il rinvio per la sentenza al 10 marzo prossimo ed il taglio netto, da parte del giudice, di tutti i testimoni della difesa, Pesce compresa. La frase incriminata che ha spinto Di Primio, assistito civilmente dall’avvocatessa di Guardiagrele Antonella Taraborrelli, a portare la politica in un’aula di giustizia è: «Tanto prima o poi succederà qualcosa pure a te. Non ti preoccupare», che Salvatore pronunciò verso il sindaco nel consiglio comunale del 7 agosto del 2013, subito dopo l’arresto di D’Agostino. Di Primio chiede di parlare in aula, come parte offesa. E ricostruisce quel consiglio e quella frase: «Consegnai un lettera con cui chiedevo di differire ad altra data un consiglio straordinario sul caso D’Agostino. Nel dibattito che ne seguì, Salvatore pronunciò la frase che mi ha offeso e anche altre frasi non registrate come: non vorrei che capitasse quello che è accaduto a Esposito (il giudice della sentenza di Cassazione su Berlusconi) che non poteva non sapere». Sono le 12,45 quando Elvea entra in aula e ascolta Di Primio che spiega: «Ho risposto a Salvatore facendo riferimento al Villaggio del Mediterraneo su cui aveva interessi». Elvea resta zitta anche quando Massimo Cirulli, difensore di Salvatore, incalza il sindaco: «Quale fu la causa dell’arresto di D’Agostino?», e il giudice gli dà lo stop: «Non è attinente al processo». Così l’avvocato ripiega su una difesa soft, innescando il disappunto del suo assistito. Una difesa che non spalanchi nuovi scenari sul caso D’Agostino coinvolgendo il sindaco per una presunta omissione di denuncia di fatti scabrosi di cui sarebbe venuto a conoscenza. Cirulli sceglie una linea pratica per far assolvere il consigliere del Pd. Una linea basata sul principio della reciprocità, che è causa di estinzione del reato. In parole semplici: Salvatore avrebbe reagito a un provocazione del sindaco sul villaggio del Mediterraneo. E’ lo stesso Di Primio a spiegare in aula che: «Dopo l’offesa ricevuta feci riferimento al fatto che quando Salvatore era in maggioranza fu approvato il progetto del Villaggio di cui era interessato per motivi imprenditoriali. Anche a me propose l’acquisto di un appartamento». Anche se l’imputato non votò quegli atti né venne mai denunciato per quella che il giudice ha comunque riassunto in una «commistione tra parte politica e parte imprenditoriale». Da questo momento in poi però il processo si circoscrive a quella frase confermata dai tre consiglieri testimoni sfilati in aula. Quindi da Alessandro Giardinelli che però la sposta prima della replica sulle case del villaggio; da Alessio Di Iorio, che la rimette al posto giusto e infine da Riccardo Di Gregorio che, con lucidità da cancelliere, ricostruisce quel giorno in consiglio: «Di Primio più volte e fuori microfono ha detto a Salvatore “vai a vendere appartamenti al Villaggio”. E Salvatore ha risposto alla provocazione dicendogli “prima o poi succederà qualcosa pure a te”. Credo che si riferisse proprio al caso D’Agostino». Il nome dell’ex assessore, che ricompare come uno spettro, ricarica le polveri di Elvea: «Lo sapevate tutti» sbotta. Ed è solo un antipasto perché, dopo che il giudice si ritira per decidere il rinvio a marzo e la citazione di un solo testimone (Marcello Michetti, presidente del consiglio comunale), la donna che ha incastrato con altre sei D’Agostino chiede di essere citata. E alza la voce: «Qui si parla solo di Villaggio del Mediterraneo, non del sindaco che sapeva». Ma la vittima non sarà mai teste. Così come il processo a Di Primio non si celebrerà ed i verbali che lo tirano in ballo non vengono prodotti dalla difesa. Elvea però lo scoprirà solo oggi.