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Data: 19/02/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Milleproroghe, il governo chiede la fiducia. Saltano i risparmi dei Comuni sugli acquisti

ROMA Cambiano i governi, ma nessuno riesce a rottamare lo strumento del decreto “milleproroghe”: sul testo, che contiene una lunga serie si slittamenti e rinvii di norme già divenute legge anche da molti anni, ieri l’esecutivo ha posto alla Camera la questione di fiducia. Si voterà oggi, ma anche la semplice richiesta della fiducia non è stata semplice, per l’ostruzionismo deciso dal Movimento 5 Stelle, che chiedeva il via libera - negato - a cinque proprie proposte, dal ripristino dell’Iva agevolata per i combustibili pellet alla possibilità di compensare le cartelle esattoriali con i crediti verso la pubblica amministrazione.
Il governo ora ha fretta perché dopo il via libera della Camera il testo deve passare al Senato ed essere approvato comunque entro il primo marzo, ovvero 60 giorni dalla sua entrata in vigore a fine dicembre. Di qui la scelta della scorciatoia della fiducia.
A Montecitorio sono stati aggiunti al testo aggiustamenti delle norme appena approvate con la legge di Stabilità (come nel caso del regime di tassazione forfettaria dei cosiddetti minimi, le partite Iva con basso fatturato) ed anche soluzioni per problemi che erano rimasti aperti (l’aumento dell’aliquota contributiva per i lavoratori subordinati, che è stato bloccato). Ma sono state inserite anche nuove proroghe che a volte intervengono, per spostarli ulteriormente in avanti, su termini che erano già stati rinviati nel testo originario del provvedimento.
NUOVI RINVII
C’è naturalmente di tutto, ma alcune norme danno più di altre il senso di questo provvedimento, che viene approvato tutti gli anni alla vigilia di Capodanno. Non manca ad esempio un piccolo colpo di spugna a vantaggio dei partiti politici, i quali entro il 30 novembre dello scorso anno avrebbero dovuto presentare la richiesta per l’accesso ai benefici sostitutivi del finanziamento pubblico per il 2015 (erogazioni liberali dei cittadini e due per mille). Benefici che del resto nell’ultima dichiarazione dei redditi non avevano incontrato molto favore da parte dei contribuenti. In ogni caso le varie forze politiche non avevano rispettato i termini di presentazione dei rendiconti relativi all’anno 2013, ma il problema viene superato con il Milleproroghe «in considerazione dei tempi necessari per assicurare la piena funzionalità della commissione di garanzia». Così per le richieste viene fissato ex post un nuovo termine al 31 gennaio: chi ha provveduto entro quella data sarà a posto.
Se la potranno prendere più comoda anche i Comuni: dal primo gennaio sarebbe dovuto scattare l’obbligo per quelli non capoluogo di Provincia di consorziarsi per acquisti e appalti, superando l’attuale frammentazione in migliaia di centrali di committenza diverse. Un vincolo previsto addirittura dal governo Monti con il famoso “salva-Italia” ma poi era slittato a più riprese, nonostante la spinta su questo tema dell’allora commissario alla spending review. Niente da fare: se ne riparlerà il primo settembre, sempre che nel frattempo ci sia un’altra proroga.

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