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Pescara, 24/11/2024
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Data: 19/02/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Consiglio, Di Pangrazio si nomina il “portavoce”. 45mila euro lordi l’anno per l’ex assessore D’Amico, trombato alle ultime elezioni

PESCARA Giovanni D’Amico, ex assessore regionale ed ex sindaco di Morino rientra in Consiglio regionale nell’inedito ruolo di portavoce del presidente del Consiglio Giuseppe Di Pangrazio. Marsicano come il presidente, alle ultime regionali risultò il primo dei non eletti proprio dietro Di Pangrazio che ora lo chiama nel suo staff. D’Amico ha accettato l’incarico dopo averci pensato un po’, perché l’idea di curare «i rapporti di carattere politico-istituzionale con gli organi di informazione», o di «riorganizzare il servizio stampa» come recita la delibera approvata all’unanimità dall’ufficio di presidenza (le firme sono quelle di Gatti, Paolini, Monaco, D’Ignazio, Di Pangrazio), non rientra proprio nelle sue corde. Da assessore al Bilancio di Del Turco D’Amico si è dimostrato tecnicamente capace; da oppositore della giunta Chiodi altrettanto. Ma da comunicatore non ha proprio brillato. Di D’Amico si ricordano rare dichiarazioni e rarissime conferenze stampa. Eppure Di Pangrazio ha insistito per averlo accanto. Il nuovo portavoce prenderà servizio il 1° marzo, il suo stipendio sarà di 45 mila euro lordi, 3.750 euro lordi al mese per 12 mesi «comprese le spese di viaggio, vitto e alloggio per missioni istituzionali al seguito del presidente». L’incarico durerà un anno. Nel frattempo il contratto gli imporrà di «non esercitare attività nei settori radiotelevisivo, della stampa, del giornalismo e delle relazioni pubbliche» (attività dalla quale D’Amico si sarebbe tenuto alla larga anche da privato cittadino). In realtà, con cinque giornalisti professionisti assunti nell’ufficio stampa del Consiglio regionale, il presidente Di Pangrazio non ha certamente bisogno di aprire un nuovo canale per parlare con giornali e televisioni (anche se più volte si è lamentato per la scarsa presenza dell’istituzione che rappresenta sugli organi di informazione). È la maggioranza ad aver bisogno di D’Amico. La compagine di centrosinistra in Consiglio è più debole (il consiglio è passato da 45 a 31 membri) e chiaramente più inesperta rispetto a quella precedente e ha bisogno di un “ricostituente” per affrontare i lavori consiliari e il duello con l’opposizione (ma anche con un governatore che non lascia molti spazi). Inizialmente si era pensato di inquadrare l’ex consigliere all’interno dell’assessorato di Silvio Paolucci (Bilancio e Sanità), ma non si sono create le condizioni. È quindi subentrato di Pangrazio che ha proposto a D’Amico una collaborazione esterna utilizzando la casella disponibile del portavoce (che tra l’altro nella pubblica amministrazione non impone l’iscrizione all’ordine dei giornalisti). Il lavoro di D’Amico sarà quindi di raccordo, ma non tra presidenza e stampa ma tra presidenza e consiglio. Un ruolo tecnico e politico allo stesso tempo. Per la cronaca la figura del portavoce della presidenza del Consiglio fece un’apparizione fugace anche nella scorsa legislatura, quando Nazario Pagano da presidente del Calre (il consiglio delle regioni europee) assunse un esperto di comunicazione web di cui si persero subito le tracce.

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