L'AQUILA - Aggiungi un posto in presidenza, che c’è un D’Amico in più.
Per l’esattezza Giovanni d’Amico, Partito democratico, ex vice presidente del Consiglio regionale e ancor prima ex assessore regionale al Bilancio con la Giunta di Ottaviano Del Turco, che, dopo aver mancato la rielezione alle elezioni regionali del 25 maggio 2014 si appresta a tornare all’Emiciclo come portavoce di Giuseppe Di Pangrazio, presidente dell'assemblea legislativa.
Guadagnerà 45 mila euro lordi, comprensivi anche delle spese di viaggio.
D’Amico, ironia della sorte, alle elezioni aveva sfidato nel bacino elettorale aquilano proprio Di Pangrazio, oltre all’aquilano Pierpaolo Pietrucci.
I primi due sono stati eletti, lui è rimasto a casa, ma solo per un po’.
La nomina di D’Amico è frutto della delibera numero 20 del 4 febbraio 2015, approvata all’unanimità dall’ufficio di presidenza, anche dai componenti dell’opposizione di centrodestra.
A votare a favore, i vicepresidenti Lucrezio Paolini, Italia dei valori e Paolo Gatti, Forza Italia, i consiglieri segretari Alessio Monaco, Regione facile, e Giorgio D'Ignazio, Nuovo centro destra.
Il contratto partirà il prossimo 1° marzo.
Nella delibera si specifica che l’incarico di portavoce ha natura fiduciaria e si rende necessario “nei rapporti di carattere politico istituzionale con gli organi di informazione”.
E a proposito di rapporti con gli organi di informazione, contattato da AbruzzoWeb il presidente Di Pangrazio, per prevenire polemiche e retropensieri, sottolinea la bontà e legittimità della sua scelta.
“Nessuno vuole nascondere nulla - spiega - il portavoce lo avrei presentato alla stampa dopo la firma del contratto. D’Amico è stato scelto con rapporto fiduciario, in virtù della sua grande e indiscutibile competenza ed esperienza politica”.
Va però ricordato a proposito di portavoce che il centrosinistra, quando era all’opposizione, nella passata legislatura fece di oggetto nel gennai 2014 di duri attacchi l’allora presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, per il caso di Roberto Bonu, portavoce “fantasma” a 5 mila euro al mese, che però, come spiegato dallo stesso Pagano, ha lavorato fino all’ottobre del 2013, cessando il “per motivi di salute”.
Proprio AbruzzoWeb, all’epoca del caso, ricordò che l’unico appuntamento ufficiale in cui il nome di Bonu compariva vicino a quello del presidente del Consiglio fosse in occasione di un evento organizzato da Agorabruzzo, sodalizio di cui Pagano era direttore politico, ma nelle vesti di responsabile dell’associazione Web Italia onlus.
Per il resto Bonu non si vide mai all’Emiciclo se non per riscuotere il compenso trimestrale di 15 mila euro lordi, autorizzato direttamente da Pagano e pagato con i fondi della comunicazione istituzionale.
Le polemiche allora esplosero soprattutto perché in Regione si ragionava già in termini di ristrettezze economiche e della spending review che ha portato anche alla riduzione del numero dei consiglieri e degli assessori.
E D’Amico, laureato in Lettere e filosofia, oltre che esperto di materie economiche e di bilancio, ritroverà nel palazzo della Regione con ruoli diversi due ex vicini di scranno nei banchi dell’opposizione di centrosinistra della passata legislatura.
Ovvero Gino Milano, marsicano come lui e Di Pangrazio, ex consigliere di Centro democratico non ricandidato alle Regionali del maggio 2014, nominato capo segreteria del presidente del Consiglio regionale; e Claudio Ruffini, ex consigliere del Pd, anche lui non ricandidato.
I due, a differenza di D’Amico, sono funzionari pubblici, il primo al Comune di Nereto, in provincia di Teramo, il secondo alla Corte di Appello dell’Aquila, in aspettativa, e dunque il loro compenso non incide ulteriormente sulle casse dello Stato.
Insomma, anche riducendo il numero dei seggi a disposizione, per gli ex consiglieri eccellenti, un posto all’Emiciclo lo si trova comunque.