|
|
|
Pescara, 24/11/2024
Visitatore n. 740.939
|
|
|
|
|
|
20/02/2015
Il Messaggero
|
Addio a Nevio Felicetti colonna della sinistra. Fondatore del Pci, amico di Napolitano, grande difensore di Pescara e l’Abruzzo. Avrebbe compiuto novant’anni ad ottobre, pochi mesi fa la malattia |
|
Sorrideva Nevio Felicetti quando, poche settimane fa, rispondeva con la saggezza e la cortesia di sempre alle domande sul successore ideale di Giorgio Napolitano, suo antico amico e compagno di impegno politico. E sorrideva anche quando raccontava della sua malattia, appena scoperta e contro la quale, aveva promesso, avrebbe lottato pieno di speranza. La speranza non è bastata per sconfiggere quel male che ieri ha portato via all’Abruzzo uno dei suoi indiscussi protagonisti. Capace però di lasciare in eredità quella stessa speranza che, giovanissimo, lo aveva avvicinato al Pci ai cui ideali è rimasto sempre fedele, seppur con la lungimiranza di chi sa guardare oltre le strettoie di un’ideologia proiettandola verso idee nuove e audaci che ne hanno fatto il grande riformista che è stato. Novant’anni, il senatore, li avrebbe compiuti il 22 ottobre suggellando così gli oltre cinquanta di un’attività politica iniziata idealmente a Roma nel 1945 quando, in occasione del primo congresso libero del Partito comunista in Italia, per la prima volta incontrò Napolitano. Una carriera politica importante la sua che lo portò prima alla Camera e poi al Senato dove rimase per tre legislature, dal 1976 al 1987, in qualità di componente della commissione industria e commercio, vicepresidente del comitato paritetico bicamerale per l’indagine conoscitiva sull’assicurazione obbligatoria degli autoveicoli, componente della commissione parlamentare di vigilanza sul Cnen (Comitato nazionale per l’energia nucleare) e membro della commissione parlamentare d’inchiesta su quella che ad oggi resta una delle pagine più buie della storia politica italiana: il caso di Michele Sindona. I VALORI COME BUSSOLA Mai eccessivo, sempre pacato, il sorriso pieno di speranza di quel giovane comunista partito dall’Abruzzo per ricostruire un paese piegato dalla guerra, non è mai scomparso dal volto di Nevio Felicetti, facendo sì che i suoi ideali e la sua lunga e indiscussa carriera, fossero sempre accompagnati dai valori semplici di un giovane partito dalla provincia per incontrare, come scrive la storica amica e compagna Miriam Mafai nel suo Una vita, quasi due, la Resistenza sul Gran Sasso dando così il via ad una vita politica iniziata «occupandosi dei mezzadri pescaresi». Pescara, lui, la ricostruì davvero quando, nominato assessore all’urbanistica negli anni ’50 dal sindaco Vincenzo Chiola, ebbe il coraggio di chiamare l’architetto Luigi Piccinato sfidando apertamente le forze conservatrici che in lui vedevano probabilmente un folle. A Piccinato affidò la ricostruzione di una città devastata dai bombardamenti cui l’architetto, nel 1955, regalò anche lo Stadio Adriatico, opera simbolo di una Pescara vogliosa di modernità e così coraggiosa da portare lo sport nel suo tessuto urbano armonizzandolo perfettamente con il verde della pineta dannunziana. Fu sempre Felicetti, per primo, a proporre l’idea, ora attualissima, di un’unica area metropolitana Pescara-Chieti così come andò fino a Roma, da Palmiro Togliatti, per promuovere il dialogo tra L’Aquila e Pescara chiedendo che quest’ultima divenisse capoluogo di regione. In ultimo, a chiamarlo tra le sue fila in qualità di garante della sua attività amministrativa, fu, poco prima della sua elezione, il sindaco Marco Alessandrini che lo ricorda oggi come un «padre spirituale verso cui manterrò sempre un debito di riconoscenza per l’affetto, l’amicizia e i buoni consigli». Consigli che non di rado il senatore ha rivolto all’attuale Presidente della Regione Luciano D’Alfonso che ha perso, ha detto, «un maestro, un pezzo di coscienza critica, uno sguardo acuto sulle mie azioni», ma che sarà «un’eterna presenza cui continuare ad ispirarsi». CAMERA ARDENTE IN COMUNE Alle 10,30 di oggi sarà aperta nella sala consiliare del Comune di Pescara la camera ardente del senatore Nevio Felicetti il cui ultimo saluto si terrà, a palazzo di città, alle 15,30. Le orazioni funebri saranno tenute dal sindaco Marco Alessandrini, dalla segretaria provinciale del Pd Francesca Ciafardini e da Giovanni Lolli, numero due della giunta regionale. Accanto al senatore, per quest’ultimo viaggio, ci saranno i figli Massimo e Pasquale e la moglie Andreina fino a ieri sua ispirazione e da oggi custode privilegiata di quel sorriso semplice e pieno di speranza che ha fatto di Felicetti, prima ancora che l’importante politico, il grande uomo che è stato.
«Rigore e passione», la politica orfana UN FIUME DI MESSAGGI PER RICORDARE LE QUALITA’ DI UN UOMO SEMPRE APERTO «A UN NUOVO SOGNO COLLETTIVO» LE TESTIMONIANZE «Addio carissimo Nevio». È in quel carissimo che si trova l’autentico smarrimento e il dispiacere della politica abruzzese per la scomparsa del Senatore Nevio Felicetti. Il saluto è del presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco: «La sua passione, il suo attivismo lo spirito di iniziativa - dice - resteranno sempre vivi nel nostro ricordo. Restiamo orfani di un padre politico di rara lucidità e intelligenza». Intelligenza che, come ha voluto sottolineare il deputato di Sel Gianni Melilla, gli hanno permesso di essere riconosciuto come esempio della «buona politica pescarese e abruzzese chi è stato comunista, ma anche chi non lo è stato». Un «esempio di grande rigore morale che lascerà il segno nella storia della sinistra abruzzese», afferma il candidato alla segreteria dl Pd Abruzzo Marco Rapino e che «è stato testimone - ha ricordato il segretario regionale del Partito democratico abruzzese Silvio Paolucci - di una generazione di ferro, capace di non perdere mai la sconfinata passione per l’impegno civile». Un galantuomo della politica per il sindacalista Ugl Geremia Mancini e il presidente del consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, e la deputata del Pd Vittoria D’Incecco. Sentito il saluto della segretaria provinciale del Partito democratico di Pescara Francesca Ciafardini che ha voluto ricordare l’amicizia tra suo padre, un’altra colonna della sinistra, e il senatore, così come quello de presidente dell’Unione ciclistica Fernando Perna, Renato Ricci, per il sostegno che Felicetti non ha fatto mai mancare al Trofeo Matteotti. «Resterà sempre - afferma infine il capogruppo del Pd Marco Presutti - modello di amministratore tutto impegnato a favorire il progresso umano e civile della città» e sempre rivolto, aggiunge ricordando una sua intervista del 2005, ad un «mondo ancora aperto, nonostante tutto, a un nuovo sogno collettivo».
|
|
|
|
|