L’AQUILA «A seguito di numerose riunioni con i vertici locali del partito del Nuovo centro destra e dopo un lungo percorso di riflessioni e valutazioni che parte da lontano e che spesso ho deciso di mettere da parte per spirito di appartenenza e fiducia, sono arrivato alla decisione di uscire da Ncd». Era nell’aria da un po’, ma ieri in una nota è arrivata l’ufficializzazione da parte del presidente della Provincia, Antonio Del Corvo (foto a destra).
Con l’uscita da Ncd si consuma la frattura definitiva con il suo mentore, Filippo Piccone, e a catena il fuoriuscito saluta anche il progetto «Una città da amare» che aveva sposato in vista delle elezioni amministrative nella sua Celano, puntando a concorrere per la fascia tricolore pur a fronte di una folta concorrenza. «Quello non è più il mio progetto, avrò un altro progetto», spiega confermando di voler correre comunque alla carica di sindaco che era proprio di Piccone.
QUALE FUTURO?
Ma dove andrà Del Corvo? «Devo decidere subito? Per me l’importante era uscire subito - spiega - Per ora sono libero e respiro aria pura, non voglio dare l’impressione di avere una collocazione già pronta». Possibile l’ingresso in Forza Italia? «Non è da escludere questa soluzione come altre. Ma anche a Roma voglio capire bene che succede, si rischia di entrare sempre in una banda di quaquaraqua», sottolinea. Nella nota, il presidente della Provincia non lesina critiche ai compagni di partito, dai quali ha ascoltato «parole che esprimono dubbi e incertezze sulla mia possibile candidatura a sindaco della città di Celano per motivi che sarebbero legati a fatti giudiziari che ancora devono essere definiti, mi ferisce ulteriormente». Il riferimento è all’inchiesta sulle procedure di aggiudicazione dei lavori da 200 milioni di euro per oltre 200 istituti scolastici gestita anche dalla Provincia, con 3 arresti e un processo in cui è imputato lo stesso Del Corvo, assieme ad altre 12 persone con le accuse di truffa e falso. «Uscire dal partito era la prima soluzione», conclude.