PESCARA Attività didattica ridotta (due giorni su 5) ma comunque garantita, dalla prossima settimana, per i circa 500 ragazzi rimasti fuori dalla palazzina A dell’istituto Alberghiero di via dei Sabini dove, dopo l’episodio di mercoledì mattina, quando un pezzo di intonaco di un metro quadrato si è staccato dal soffitto finendo addosso a tre studenti della prima Q rimasti lievemente feriti, per questa mattina alle 9 è stato indetto un consiglio d’istituto straordinario, alla presenza del presidente della Provincia, per mettere al corrente tutti di quanto si sta facendo e aggiornarli, anche, della telefonata di ieri sera del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini che al preside Buzzelli (vedi pezzo a fianco) ha annunciato di voler venire di persona a verificare le condizioni della scuola. Le nuove analisi. Dopo le verifiche degli intonaci da parte dei vigili del fuoco che proprio ieri hanno ultimato la relazione in merito al distacco avvenuto nella I Q, proprio sulla base di quanto rilevato dagli stessi vigili che hanno individuato la necessità di ulteriori accertamenti, la Provincia ha già affidato a una ditta privata, la Labortec (da ieri al lavoro all’Alberghiero) ulteriori analisi. In particolare, la verifica delle strutture e un’indagine termografica in grado di prevenire ulteriori episodi di distacco dell’intonaco. Tra le ipotesi da verificare, a parte umidità ed eventuali infiltrazioni, alla base del drammatico episodio dell’altro giorno figurano la “carbonatazione” dei ferri, vale a dire un processo di spanciamento e distacco della malta dai ferri all’interno della struttura, e l’eventuale scarsa aderenza tra la malta e il solaio, da verificare con prove ed esami chimico-fisici. Ma non è solo questo. Come rilevato dagli stessi vigili del fuoco, ci sarebbero da verificare anche eventuali dissesti di natura statica dell’edificio che, risalente al Dopoguerra, è stato appesantito di un piano in più rispetto alla struttura originaria e questo tenendo conto anche della zona dove insiste l’edificio, dove la particolare natura della falda ha già creato diversi problemi. Il tavolo tecnico. Fin qui la parte tecnica sintetizzata proprio ieri mattina nel corso del tavolo tecnico convocato dal presidente della Provincia Antonio Di Marco e a cui hanno preso parte il segretario generale Antonello Langiu, i dirigenti dell’ente Nicoletta Bucco, Paolo D’Incecco e Antonio Forese, Laura Ferrara, il comandante della polizia provinciale Giulio Honorati, il dirigente scolastico Paolo Buzzelli e il vicario del De Cecco Roberto Casaccia oltre ai consiglieri provinciali Gianni Teodoro, Annalisa Palozzo e Franco Galli, con i vigili del fuoco Vincenzo Valeri e Giuseppe De Fabritiis. Una riunione alla fine della quale è stato sottoscritto un documento in cui, oltre a stabilire un cronoprogramma delle verifiche tecniche d afare, è stato messo nero su bianco che l’attività didattica rimarrà sospesa «per un massimo di dieci giorni». Il rientro a scuola. Ma proprio per garantire, anche se solo parzialmente, l’attività didattica degli oltre 500 studenti rimasti fuori, il preside Buzzelli, di concerto con il personale, ha stilato una sorta di piano (da oggi sul sito dell’Alberghiero) che mira a garantire, a ognuna delle 23 classi, una frequentazione settimanale tra le 8 e le 10 ore a partire da lunedì. In sostanza, con un orario particolare mirato a sfruttare le aule che rimangono vuote per le attività laboratoriali o di educazione fisica negli edifici di via Tirino e via Italica, si è riusciti a definire un orario che garantisce, su 5 giorni settimanali, almeno due, ma anche tre, di scuola. La lettera a Renzi. Di fatto un’emergenza nell’emergenza che, come annunciato subito dopo l’incidente, il presidente Di Marco ha comunicato con una lettera inviata ieri al presidente del Consiglio Matteo Renzi. «È del tutto evidente», si legge, «che non si può lasciare fare al caso nè continuare a esporre i ragazzi a rischi che siano anche irrisori». Di qui la richiesta di maggiori risorse da destinare al patrimoni scolastico e soprattutto, scrive Di Marco «che si intervenga sulle regole del patto di stabilità e sulle procedure per garantire che il processo di messa in sicurezza sia reale e rapido». Un milione e 200mila. Ma quanti soldi ci vorrebbero in quello che purtroppo appare ancora oggi come un libro dei sogni? Solo a Pescara e provincia le scuole di cui deve occuparsi l’ente sono 18 per un totale di 62 edifici. Tutti, riferisce la responsabile dell’Edilizia scolastica della Provincia, Nicoletta Bucco, hanno bisogno di interventi per la manutezione ordinaria e straordinaria per i quali occorrerebbero almeno un milione e 200mila euro l’anno contro i 500 mila euro «assolutamente inadeguati che con grande sofferenza e incertezza sono stati inseriti nel bilancio di previsione del 2015». Ma poi ci sarebbero da completare la revisione delle coperture (600mila euro), la riqualificazione degli impianti termici (800mila euro), gli adeguamenti certificativi (un milione e mezzo di euro) e le verifiche sismiche (un milione e 300mila euro) secondo quanto riferito dallo stesso Di Marco al presidente Renzi a cui ha chiesto di portare all’attenzione del consiglio di ministri «di poter erogare alla Provincia di Pescara le somme di cui sopra». Per ora, forse, verrà il ministro.
Il prof. Buzzelli non ci sta e se la prende con la Provincia:
da anni chiediamo verifiche strutturali per questo Istituto
Lo sfogo del preside: è inaccettabile quanto avvenuto
PESCARA La bella notizia arriva a fine serata: la telefonata del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini che al dirigente scolastico dell’Alberghiero Paolo Buzzelli esprime tutta la sua solidarietà e vicinanza per l’accaduto. «Si è detta dispiaciuta di quanto avvenuto», riferisce il dirigente, «e che come governo stanno facendo il possibile per trovare i fondi necessari per la scuola e che avrebbe piacere a venire a Pescara nei prossimi giorni. Io stesso l’ho invitata e mi è sembrata davvero intenzionata a venire». Alle sette di sera il preside dell’Alberghiero è ancora nel suo ufficio, al piano terra della palazzina A dell’Alberghiero di via dei Sabini dove è avvenuto il crollo dell’intonaco due giorni fa. Dopo 48 ore alle prese con l’emergenza, il problema ora è di sistemare i 500 studenti che per i prossimi dieci giorni non potranno rientrare nelle 23 aule dell’edificio ancora impegnato dalle verifiche tecniche. «Vedremo quello che verrà fuori», spiega il dirigente, «adesso possiamo solo aspettare l’esito. Quello che invece so», spiega mostrando un faldone di corrispondenza, «è che queste sono tutte le comunicazioni che sia io che sto in questa scuola dal primo settembre, sia il mio predecessore, abbiamo inviato alla Provincia per sollecitare nel tempo verifiche tecniche da effettuare nelle varie palazzine della scuola. Interventi anche radicali e strutturali che da quando sto qui non ho visto proprio. Ma la verità», va avanti il dirigente scolastico, «è che la sicurezza nelle scuole è un problema nazionale e quello che è successo da noi è solo un’appendice della situazione italiana: teniamo conto che in Italia ci sono 42mila edifici da controllare per un’utenza, tra studenti e personale, di 9 milioni di persone per 8.500 istituzioni scolastiche. La manutenzione e la messa in sicurezza di questi edifici necessitano di risorse molto importanti, perché la scuola e la sanità, in un Paese devono avere la priorità assoluta. Perché non è accettabile», dichiara Buzzelli, «che in una scuola succeda quello che è accaduto da noi. A parte quello che dice la politica, servono fatti, un cambio reale». E ancora: «Io sono molto attento alla questione della sicurezza, al personale ho fatto fare corsi e aggiornamenti, e proprio qualche settimana fa avevamo fatto la prova di evacuazione che l’altra mattina abbiamo ripetuto rispettando alla lettera il protocollo. E di questo ringrazio tutti, dai ragazzi, al personale, ai docenti. Far uscire mille persone, quasi un paese, è stata un’operazione complessa tenendo conto che su una popolazione scolastica di 1.800 alunni compresi quelli che frequentano le sedi di via Tirino e via Italica abbiamo 200 ragazzi disabili. Ma ce l’abbiamo fatta, e bene». Adesso, però, il difficile è far rientrare, in sicurezza, i ragazzi nella palazzina A dove sono rimasti aperti solo gli uffici della segreteria e della presidenza, al piano terra. «Cercheremo di articolare al meglio l’orario didattico», conclude il preside reduce dalla riunione in Provincia e alle prese con la convocazione straordinaria del consiglio d’istituto previsto per questa mattina a scuola, «l’intenzione è di non ricorrere ad altri istituti». Poi ringrazia i vigili del fuoco passati a salutarlo a fine sopralluogo e accoglie l’assessore regionale all’Ambiente, Mario Mazzocca, arrivato per rendersi conto di quanto avvenuto: «Che può fare la Regione? Siamo in attesa di quello che deciderà Renzi sulle sorti delle Province e dell’edilizia scolastica», risponde l’assessore.