«Vi capiterà di chiedervi chi siete nel cammino della vita, voi avrete il privilegio di farvi un’altra domanda: da dove provengo? La sua storia vi accompagnerà come accompagnerà chiunque abbia avuto la fortuna di incontrarlo». È un’eredità umana quella che, per il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli, è stato capace di lasciare alla sua famiglia e all’intera comunità il senatore Nevio Felicetti sconfitto due giorni fa nella sua ultima battaglia da un male incurabile. E di battaglie politiche, ha spiegato Lolli, ne ha vinte e perse molte, senza però mai smettere di credere in una Pescara diversa moderna e «riformista quale lui era. Un comunista italiano, come si definiva - ha aggiunto Lolli - che deve essere per tutti noi un esempio di rigore e sobrietà». Quella stessa sobrietà che ieri, a partire dalle 10.30, ha accompagnato l’ultimo saluto a Felicetti di parenti, amici, vecchi militanti ed esponenti politici della prima repubblica abruzzese. Tra questi l’ex sindaco di Pescara Nevio Piscione, i parlamentari Giuseppe Quieti e Raffaele Delfino e l’ex assessore alla cultura della città Adelchi De Collibus.
LE LACRIME DELLA MOGLIE
Non ha voluto far mancare la sua presenza in una sala consiliare gremita il presidente della Regione Luciano D’Alfonso rimasto ad ascoltare, in silenzio, le parole di Lolli, del sindaco Marco Alessandrini e della segretaria provinciale del Pd Francesca Ciafardini che di questo «vecchio saggio», come lo ha definito il primo cittadino, ha ricordato la capacità di guardare la storia andando oltre arroccamenti e campanilismi: «Essere di sinistra era per lui un valore vero e profondo con cui sostanziare la vita. Il bene della comunità è stato sempre la sua priorità - ha aggiunto -. Di Nevio ricorderò l’amicizia, l’affetto e la stima che lo legarono a mio padre con cui ha condiviso sempre l’idea che costruire un mondo migliore fosse possibile». Tra i fondatori del Pd Abruzzo Felicetti, ha ricordato dunque Lolli dopo aver ripercorso la carriera politica nel Pci, «rimane l’insegnamento della coerenza. Quando gli chiedevo un consiglio su una scelta da fare mi diceva sempre: chiediti se è coerente con i tuoi valori e se è utile alla comunità. Comunista sì, ma soprattutto riformista, Nevio - ha concluso senza alcuna retorica, ma con l'affetto di un vero amico - ha trovato una grande forza: avere accanto a sé una donna spettacolare».
Impossibile per la moglie Andreina, seduta accanto ai nipoti e i figli Massimo e Pasquale, non lasciarsi andare alle lacrime, scivolate però con la stessa sobrietà che, per oltre 50 anni, hanno caratterizzato l’attività umana e politica di un uomo che, per tutti, rimarrà certamente un esempio.