PESCARA Non bastava il ritardo e lo slittamento del congresso praticamente a primavera. Non c'è giorno in cui la corsa alla segreteria regionale del Partito Democratico non riservi sorprese e colpi di coda. Dopo i tentativi di arrivare al segretario per acclamazione (vedi la vicenda Di Sabatino e in parte quella di Rapino, uno dei quattro candidati attualmente in corsa), dopo l'esclusione per ”gravi e insanabili motivi” e la riammissione quasi immediata da parte della commissione nazionale di Marzoli, il clima si fa anche più nebbioso dopo che ieri il "bersaniano Nico Stumpo ha dichiarato che la prossima vittoria in Abruzzo andrà a un non renziano".
IL COMUNICATO STAMPA
Non è esattamente il migliore degli in bocca al lupo per Rapino, che attualmente è il candidato in vantaggio (tra gli altri, ha il gradimento di D'Alfonso). Sulla scia, lo stesso Rapino ieri ha rilasciato una lunga nota nella quale il passaggio chiave è il seguente: "Mi riconosco pienamente nella linea politica di Renzi e in questa maggioranza di persone, che rendono immediatamente conseguenti progetti e fatti, realizzando una vera stagione di riformismo possibile, che è l'autentico motivo per cui è nato il Partito Democratico". Chi conosce le dinamiche dei Democrat sa bene che la provenienza di Rapino viene dalla sinistra dem con una convergenza alla segreteria nazionale diciamo della seconda ora, nel solco della fedeltà al risultato decretato dalle Primarie e soprattutto nel desiderio di fare sintesi. Rapino per questo vuole smarcarsi da pericolose scodate nell'avvicinamento alle primarie. "Io credo che in Abruzzo il Pd debba attuare nel modo più efficace possibile questa impostazione data alla nostra azione politica da Matteo Renzi e la mia candidatura è finalizzata proprio a concretizzare questo obiettivo".
COPPOLA E DELLA VENTURA
Nel frattempo, prosegue la campagna elettorale degli altri tre concorrenti. Detto di Marzoli che giovedì ha presentato rientro e programma, Coppola e Della Ventura hanno partecipato a un dibattito su Laqtv nel quale la prima, renziana della prima ora, ha chiarito la sua idea di partito: «Il Pd debba avere una sua autonomia e una sua indipendenza. Allo stesso tempo, però, il partito ha un obbligo: quello di supportare, sostenere e motivare i propri amministratori. Una persona non può fare tutto, il partito deve avere un ruolo preciso di monitoraggio». Il riferimento critico sotteso è ovviamente al governatore D’Alfonso del quale ha però sottolineato «la grande capacità di ascoltare e di essere presente su tutto il territorio». Paolo Della Ventura, civatiano ha espresso perplessità sulla gestione vuota degli ultimi tempi: «C’è un problema: chi si occupa del partito deve occuparsi della vita del partito. In questi anni ci sono state delle sovrapposizioni che non fanno bene».