E la Sevel che ogni giorno spedisce su quella strada 600 bisarche piene di furgoni Ducato
QUADRI Il nome in codice è “Alternativa 5”. Calato in questa valle dalle acque verdi come l’ambiente circostante, evoca uno dei piani d’assalto del generale Kesserling quando la Linea Gustav, nel 1943, passava proprio di sotto, nel fiume Sangro, per contrastare l’avanzata degli alleati contro le truppe di occupazione tedesche. I massi di allora fatti rotolare nel fiume per fortificare la Linea d’Inverno sono ancora al loro posto e rievocano quello scenario di distruzione e morte. Qui c’erano anche i punti minati. È in questo fazzoletto di terra, con una diversità biologica stupefacente, dopo il ponte che lascia alle spalle il centro abitato di Quadri, che “Alternativa 5” fa paura agli ambientalisti. Il progetto e le criticità. Quel piano prevede in questo punto la costruzione di un viadotto di 540 metri - il numero 7 - il più lungo del tragitto disegnato sulle mappe. È l’unico che farà attraversare per intero il Sangro in oltre cinque chilometri di nuova carreggiata. Visto che i pilastri da qualche parte andranno pure costruiti, i naturalisti temono per le sorti della lontra, animale raro e che si riproduce in queste acque, una delle poche zone nel Sud Italia, ma anche per il destino di una fascia di territorio caratterizzata da smottamenti e frane, tant’è che l’area, com’è indicato nella scheda istruttoria del progetto, «attraversa alcune zone a pericolosità elevata del piano di assetto idrogeologico» e per un breve tratto anche «a pericolosità molto elevata», con numerosi affluenti del fiume. Da qui si snoda il progetto di prolungamento della fondovalle Sangro tra le stazioni ferroviarie di Civitaluparella e Gamberale. I numeri dell’intervento. È il 2°lotto, 2° stralcio, 2° tratto inserito nel decreto Sblocca Italia con priorità 1 della Regione Abruzzo. In altri numeri: 5,432 chilometri di strada, 7 viadotti - un terzo del tracciato, ossia circa 1,8 chilometri - 2 gallerie artificiali lunghe insieme 150 metri. Costo stimato: 120 milioni di euro, poco più di 22 milioni di euro ogni mille metri. L’opera è dell’Anas, trattandosi del prolungamento della strada a scorrimento veloce 652 fondovalle Sangro che da Cerro al Volturno (Isernia) arriva a Fossacesia, sull’Adriatica dopo 82,9 chilometri, tagliando in due l’Italia - come faceva la Linea Gustav nel tratto più stretto della Penisola - ad eccezione di quei dieci chilometri da brivido tra Sant’Angelo del Pesco e Quadri. Quel viavai infinito di bisarche. Siamo al punto di congiunzione tra l’Abruzzo e il Molise e tra le province di Chieti, L’Aquila e Isernia, dove ogni giorno passano in media vuote, per poi tornare indietro cariche, 600 bisarche dello stabilimento Sevel di Atessa, con 3 furgoni Ducato ciascuna dirette in Campania. E fa paura vedere quel serpentone colorato mentre s’inerpica o scende sulla strada provinciale di dieci chilometri tra curve a gomito e tratti impervi che costringono le auto incrociate a vorticosi retromarcia o ad accostarsi e anche a salire sulle scarpate per fare spazio ai bisonti della strada. Il tracciato della nuova strada si snoderà tutto nel lato chietino, alla sinistra “idraulica” - di spalle alla sorgente - del Sangro, in adiacenza alla ferrovia Sangritana dove è incorso il ripristino della linea Lanciano-Castel di Sangro. L’opera si ricongiunge poi al viadotto realizzato negli anni Settanta a Gamberale Stazione, a 9 chilometri da qui, di fronte all’Hotel Villa Danilo, ma chiuso alle auto in attesa di questo prolungamento finanziato 40 anni dopo. Le reazioni. «Il progetto Alternativa 5 è il prescelto», spiega Antonio Tamburrino, vicepresidente della Provincia di Chieti e sindaco di Montenerodomo, «e pare sia anche l’opzione più fattibile economicamente. Penso ai vantaggi per questo territorio e all’eliminazione dei pericoli che incombono per via dei Tir che passano su strade inadeguate. Così anche gli automobilisti e chi per lavoro frequenta questa strada abbatterà i tempi di percorrenza. Sarà una svolta per la Val di Sangro». «In tanti dimenticano che in Italia siamo stati ai margini per la mancanza di questo collegamento fra i due tratti della fondovalle», aggiunge Palmerino Fagnilli, sindaco di Pizzoferrato, «qui c’è un’industria turistica che va salvaguardata e rilanciata. Visto che questo è stato un territorio di guerre, per noi il progetto è come una fuga verso la libertà». «Abbiamo l’economia ferma per colpa di questa strada tortuosa», sottolinea Pasquale Sciulli, imprenditore turistico, «ma una volta realizzato il collegamento tra i due versanti ci saranno solo vantaggi anche negli spostamenti tra montagna e costa. Ne risentirà pure il flusso industriale e artigianale per le aziende che potrebbero insediarsi. Ci scommetto tutto che i paesi del comprensorio rinasceranno». Ma ci vorranno 6-7 anni. Chi vivrà forse vedrà.
«Ma ora l’Anas deve fare gli svincoli per i comuni» Il progetto non prevede l’accesso in direzione Quadri e l’uscita direzione
Gamberale, Pizzoferrato e Sant’Angelo. Nei prossimi giorni vertice dei sindaci
GAMBERALE Il completamento della Fondovalle Sangro è un’opera attesa da poco meno di mezzo secolo, appena sei chilometri che permetterebbero a chi usufruisce dell’importante arteria di collegamento tra Tirreno e Adriatico di vedere risparmiato tempo e denari. Il tanto atteso progetto preliminare sta mettendo però in apprensione alcuni paesi del versante abruzzese e di quello molisano perché non è stato previsto uno svincolo nel tratto Gamberale-Sant’Angelo del Pesco. «A dir il vero» afferma Maurizio Bucci, sindaco di Gamberale, «così com’è concepito il progetto preliminare non prevede il completamento degli svincoli nella zona citata. Nel territorio di Gamberale dove sono già presenti gli svincoli d’ingresso direzione Castel di Sangro e di uscita Gamberale, Pizzoferrato e Sant’Angelo del Pesco, non sono previsti gli svincoli che consentano l’accesso direzione Quadri e l’uscita direzione Gamberale, Pizzoferrato e Sant’Angelo. Pertanto sarebbe impedito l’imbocco direzione Quadri e l’uscita direzione Gamberale Sant’Angelo del Pesco. Lo svincolo consentirebbe ai comuni di Gamberale, Pizzoferrato, Sant’Angelo del Pesco, Castel del Giudice, Pescopennataro e Capracotta, di usufruire del tratto di strada di nuova realizzazione, completamento, diversamente sarebbe vana qualsiasi altra soluzione considerando che si dovrebbe arrivare a Quadri vedendo così vanificati i benefici derivanti dal completamento della Fondovalle Sangro 652». Le popolazioni di quei comuni dovrebbero quindi percorrere decine di chilometri prima di poter immettersi sulla Fondovalle. Il sindaco Bucci il 12 febbraio ha partecipato al Comitato che ha espresso il parere ambientale e in quella sede l’Anas ha preso l’impegno di studiare la soluzione degli svincoli. «Tutto questo non è sufficiente» dice, parafrasando il detto che le “parole se le porta il…”. «Ho investito della problematica anche il presidente della Regione Luciano D’Alfonso oltre ad aver inviato le eccezioni all’Anas e alla Regione che sono state tra l’altro recepite. Non solo! «Siccome abbiamo necessità di avere certezza che tutto vada a buon fine, provvederemo anche con atto consiliare a manifestare la necessità degli svincoli e allo stesso modo faranno i colleghi sindaci dei comuni dei territori interessati». Nella zona interessata convergono la sp 224, la ss 652 e la sp 164, questo per dire che lo svincolo richiesto dai sindaci, è uno snodo fondamentale anche in previsione di ricadute economiche al territorio. «La realizzazione degli svincoli consentirebbe il raggiungimento degli ospedali di Atessa e Lanciano con tempi notevolmente ridotti». Per interessare sempre più comuni all’argomento, per domani alle 17 il sindaco Bucci ha organizzato una riunione con i sindaci del versante molisano interessato.