PESCARA Si è riaccesa la miccia. L’episodio del doppio passaggio in elicottero del presidente provinciale di Forza Italia Petrocco al governatore D’Alfonso e le dichiarazioni di ieri al Messaggero del coordinatore regionale Nazario Pagano hanno risollevato la bufera. E’ una domenica in cui non si fanno prigionieri: dentro Forza Italia in Abruzzo volano gli stracci. Pagano, nell’annunciare una prossima visita di Berlusconi in Abruzzo, presentava soddisfatto i risultati del tesseramento in regione (circa 7000 tessere, circa 3500 solo a Pescara) e bacchettava i responsabili chietini invitandoli a un maggiore impegno. Apriti cielo. Parte Lorenzo Sospiri che non è chietino ma una voce in capitolo, anzi forse più di una, ce l’ha: “Delle 3.500 tessere sottoscritte a Pescara, almeno 3.000 sono frutto del lavoro mio e dei miei amici. Siamo riusciti a intercettare un malcontento generale di tutte quelle persone, amministratori soprattutto, che sono la maggior parte all’interno del partito e si sentono escluse da una gestione inesistente del coordinatore regionale e di quello provinciale, la “dama di compagnia” Petrocco. La gente vuole un cambiamento, perché stanca di questo modo di “non lavorare” di Pagano& Co. che gestiscono il partito in modo assolutamente personalistico e temono il confronto come la peste”. E questo è solo l’antipasto. Il piatto forte lo rivela l’onorevole Fabrizio Di Stefano, lui sì chietino: «Pagano non dovrebbe porsi il problema di quante tessere sono state fatte a Chieti ma del perchè 3000 su 3500 tessere a Pescara avevano stampate sulle schede di adesione il bollino ”con Berlusconi ma non con Pagano”. E si facesse dire da Roma quando si faranno i congressi così il suo segretario provinciale di Pescara si libererà dell’incombenza di guidare Forza Italia e avrà più tempo per portare a spasso D’Alfonso in elicottero». Finale con la replica sulle poche tessere di Chieti: «Con molta franchezza siamo piuttosto scettici sulla realizzazione dei congressi, fare le tessere senza avere il congresso e praticamente inutile». E siccome Febbo sabato era alla convention di Fitto, quella sui ricostruttori, è probabile che siamo solo all’inizio della vera resa dei conti.