ROMA «A fare un partito non ci penso proprio. Non c’è nulla da spiegare. Quello che dovevo dire l’ho sempre detto alla luce del sole». Maurizio Landini, leader Fiom e autore dell’intervista che ha scatenato l’attacco di Renzi, esclude nell’immediato un suo impegno in politica e “risponde” alle accuse del premier: «Che abbia perso come sindacalista è una sciocchezza pura. A Renzi vorrei ricordare che la Fiom ha 350mila iscritti, più del suo partito. E la gente che è iscritta alla Fiom paga una quota ogni mese, noi non facciamo cene da 1.000 euro» attacca il sindacalista, che ieri ha incontrato la leader della Cgil, Susanna Camusso. Un faccia a faccia che è servito per parlare dell’assemblea Fiom in programma per venerdì e sabato prossimi. Ma non solo. «L’incontro l’ho chiesto io la scorsa settimana» precisa il segretario dei metalmeccanici, che nell’intervista al “Fatto Quotidiano” ha insistito sulla necessità di una «coalizione sociale che si apra a una rappresentanza anche in politica». Parole lontane dalla linea della Camusso, che appena un mese fa disse che la Cgil «non potrà mai trasformarsi in una forza politica». Quel che è certo è che le parole di Landini offrono la possibilità ai nemici del sindacato di dire che i sindacalisti “fanno politica”. E questo per la Camusso è certamente un danno all’immagine della Cgil, che concentra la sua battaglia sulle politiche del governo per il lavoro: «Sull’articolo 18 c’è stata una sconfitta ma noi reagiremo. Troveremo gli strumenti necessari per tutelare la libertà dei lavoratori». Quanto al dibattito che si è aperto tra i partiti, Pippo Civati invita tutte le anime del Pd a «confrontarsi» su un «progetto politico» intorno al quale «misurarsi» e che metta in «discussione» le minoranze dem che hanno «molto traccheggiato, nella speranza che il premier cambiasse verso». Per Civati, quella offerta dal sindacalista Fiom è un’opportunità da non sprecare: «Parlerò con Landini, non attraverso un’intervista ma personalmente». Sulla questione interviene anche Stefano Fassina per il quale mettere insieme le domande sociali che arrivano dal lavoro è un «obiettivo vero». Ma non solo. «C’è la necessità di correggere un’agenda politica che non funziona» chiosa Fassina. E se Corradino Mineo chiede a Renzi di avere «più rispetto» per chi perde una battaglia («A lui capitò di perdere con Bersani...»), Fausto Bertinotti definisce «intelligente e condivisibile» l’intervista di Landini. Colloquio che offre a Sel l’opportunità di attaccare il governo. «Landini è una grande risorsa. È un uomo con la schiena dritta e rappresenta un problema per Renzi e Palazzo Chigi» affonda Nichi Vendola. «Renzi è insofferente verso chi ha dubbi sul suo governo ma, suo malgrado, deve abituarsi al fatto che l’Italia non è fatta solo di signorsì» aggiunge il coordinatore nazionale di Sel, Nicola Fratoianni, che si dice pronto a raccoglie la sfida lanciata da Landini: «Noi siamo parte di questa sfida». Critiche arrivano invece dal segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan: «Quella di entrare in politica è una scelta di Landini, a lui lasciamo la politica e i salotti televisivi. La Cisl è sui luoghi di lavoro...».