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Data: 24/02/2015
Testata giornalistica: Corriere della Sera
Jobs Act, Landini: «Premier non eletto mette a rischio democrazia». Così il leader della Fiom a 'Otto e mezzo': «Sta cancellando lo statuto dei lavoratori». In giornata vertice con la Camusso ma nessuna dichiarazione su un’apertura alla politica

Un asse tra sindacati e sinistra politica vasto e trasversale, che si opponga in maniera chiara al governo. Maurizio Landini, a 48 ore dalla sua intervista sul «Fatto Quotidiano», scende di fatto in campo, non smettendo i panni del sindacalista ma alzando il livello dello scontro con Matteo Renzi. E, mentre il caso del segretario della Fiom già agita Cgil, sinistra e minoranza Dem, incassando l’investitura di Sel e il gelo dei bersaniani, in serata è lo stesso Landini a tornare sulla sua potenziale discesa in campo, negando ogni aspirazione a fondare un partito ma parlando, nella sua replica all’attacco di Renzi, quasi da padre di un nuovo progetto politico: «Io sconfitto? La Fiom ha 350mila iscritti, più del partito di Renzi. E non facciamo cene da 1000 euro».

«Cosa hanno fatto di mal ei lavoratori a Renzi?»

«Non ho capito cosa di male hanno fatto a Renzi i lavoratori. Quando dice “ti posso licenziare anche se hai ragione e te lo monetizzo”, Renzi non capisce il dramma dei lavoratori», ha detto il segretario della Fiom, attaccando il Jobs Act. «Io voglio a continuare a fare il sindacalista», chiarisce Landini in tv , a 'Otto e mezzo', senza arretrare di un millimetro dall’idea di una «vasta coalizione sociale» che si opponga a un premier, che «pur non essendo stato eletto, sta cancellando lo Statuto dei lavoratori. È a rischio la tenuta democratica del Paese. Con Renzi ci siamo sentiti, quando ho cominciato a dirgli che non era d’accordo, non è stato più possibile parlargli. Io non faccio differenze per nessuno, semmai sono stato discriminato», ha detto Landini.

Camusso: «Sconfitti ma reagiremo»

Per i principali sindacati italiani sono giorni tesi, dopo il via libera ai decreti attuativi del Jobs Act di Renzi che di fatto hanno cancellato l’articolo 18. E ad ammettere che sull’articolo 18 c’è stata «una sconfitta» è Susanna Camusso, leader della Cgil, in un’intervista a SkyTg24. «Però - aggiunge - alle sconfitte si reagisce, non è che, come qualcuno pensa, essendo stati sconfitti si torna a casa: noi continueremo e troveremo gli strumenti necessari per tutelare la libertà dei lavoratori».
Camusso denuncia come «non ci sia nessuna attenzione a un mondo del lavoro che chiede orientamenti diversi, ciò - sottolinea - significa governare contro quel mondo del lavoro, come oggettivamente si sta facendo». Secondo la leader della Cgil si deve partire da un «serio rilancio della contrattazione, dalla riconquista dei diritti». E soprattutto, «da uno nuovo Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori, dalla nostra proposta di Statuto».

L’incontro Landini-Camusso

Lunedì Camusso ha incontrato il segretario della Fiom Maurizio Landini. «Era un incontro che abbiamo chiesto noi, già la settimana scorsa per parlare dell’assemblea dei delegati della Fiom, che si terrà a Cervia venerdì e sabato prossimi», spiega Landini. «Non c’è stata nessuna convocazione d’urgenza per chiarire niente», precisano dalla Fiom dopo i rumors che facevano notare come la “convocazione” sia avvenuta dopo la pubblicazione di un’intervista sul fatto quotidiano in cui Landini parlava della necessità di una coalizione sociale che si apra a una rappresentanza anche politica.

«Parlo alla luce del sole»

«L’intervista è chiara ed esplicita - ha fatto notare Landini all’uscita dal meeting - i titoli erano sbagliati. Sono cose che sto dicendo da tempo negli attivi della Cgil, sui giornali, all’interno e all’esterno. Non è una discussione nuova». Una posizione che resta lontana dalla linea che appena un mese fa il leader Cgil, Camusso, che ufficialmente non ha ancora commentato l’intervista, aveva tratteggiato nel corso di un seminario interno al sindacato. La Cgil, aveva detto in sostanza Camusso, non potrà mai «trasformarsi in una forza politica» né potrà mai diventare un «aggregatore di consenso per costruire una nuova forza politica o un’area di partito».

Invece Landini ha da subito smentito che sul tavolo dell’incontro di lunedì ci fosse anche la sua intervista al Fatto Quotidiano. Anzi, ha dichiarato che «era un incontro che abbiamo chiesto noi, già la settimana scorsa per parlare dell’assemblea dei delegati della Fiom». Quindi, precisano dalla Fiom, «non c’è stata nessuna convocazione d’urgenza per chiarire niente».

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