TERAMO Il Braga resta con il fiato sospeso e le casse vuote. L'incontro, convocato per ieri mattina dal sindaco Maurizio Brucchi, ha confermato lo stato di precarietà dell'istituto musicale che in attesa della statizzazione non riesce a far quadrare i conti. L'aggiornamento della situazione di bilancio è stato messo sul tavolo del confronto, al quale hanno partecipato il primo cittadino di Giulianova Francesco Mastromauro, il presidente della Provincia Renzo Di Sabatino e i parlamentari Paolo Tancredi, Tommaso Ginoble e Giulio Cesare Sottanelli, dal presidente del Braga Luciano D'Amico. A conti fatti, ha evidenziato il massimo rappresentante dell'istituto che è anche rettore dell'università, il 2015 si chiuderà con un disavanzo di circa 600mila euro. Contributi e fondi che arriveranno nelle casse del Braga, dunque, copriranno due terzi del bilancio annuale, che ammonta a poco più di un milione e mezzo di euro. I docenti riceveranno almeno in parte gli stipendi in arretrato da un anno, ma a dicembre si riproporranno i problemi economici che minano la sopravvivenza del Braga. «Gli enti finanziatori, in particolare noi e il Comune di Giulianova, continueranno a fornire supporto finanziario e logistico», assicura Brucchi, «ma questa è la classica situazione del cane che si morde la coda». Finanziamenti ordinari e straordinari non bastano a stabilizzare l'istituto, per cui l'unica certezza è affidata alla statizzazione che farebbe passare il Braga sotto il controllo diretto del ministero dell'Università. Questo obiettivo è stato indicato nel protocollo d'intesa sottoscritto nel 2005 dal governo con gli enti locali interessati e soprattutto è stato cristallizzzato in una sentenza del Tar del Lazio risalente a gennaio dell'anno scorso. Nonostante il pronunciamento del giudice amministrativo, però, il risultato resta incerto. Il commissario ad acta, nominato dal tribunale per dare attuazione alla sentenza, ha quasi concluso la stesura del regolamento che fisserà procedure e criteri della statizzazione, ma il governo a detta del sindaco «continua a fare orecchie da mercante». In ballo c'è anche una riforma complessiva degli istituti pareggiati come il Braga, che in tutta Italia sono ventuno e stando al disegno di legge all'esame del Parlamento diventerebbero sezioni distaccate di conservatori regionali. Questo approdo, che legherebbe l'istituto teramano al "D'Annunzio" di Pescara, imprimerebbe comunque una svolta positiva alla situazione. Il problema, anche in questo caso, è che i tempi della riforma sono tutt'altro che brevi. In attesa che la legge diventi operativa, il Braga continuerebbe ad accumulare debiti e gli sforzi degli enti locali per tenerlo in vita rischierebbero di essere vanificati. Per questo, l'incontro di ieri mattina è servito a pianificare una serie d'iniziative da parte dei parlamentari per fare pressing sul governo. «Speriamo anche anche la senatrice aquilana Stefania Pezzopane dia un aiuto», evidenzia il sindaco, «visto che ha fatto campagna elettorale intervenendo anche sul Braga». Prima ancora di sbloccare la statizzazione è comunque necessario trovare i circa 600mila euro per pareggiare i conti del 2015. «Ci rivolgeremo a enti e istituzioni», spiega il sindaco, «interpellando la Regione e la Fondazione Tercas, che però già in passato ha chiarito di non poter stanziare contributi per queste situazioni». Ad aumentare l'incertezza è un ulteriore passaggio delicato. Tra circa un mese, infatti, scadrà il mandato del consiglio di amministrazione del Braga. Brucchi e Mastromauro confermerebbero di corsa D'Amico che, però, da qualche mese è diventato anche presidente dell'Arpa e dunque potrebbe passare la mano.