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Pescara, 24/11/2024
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Data: 24/02/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Grecia, Tsipras in difficoltà slitta ad oggi il piano di riforme. Dalla lotta all’evasione e patrimoniale sui ricchi previsti 7 miliardi. Cresce la fronda dentro Syriza: «Impegni non rispettati»

BRUXELLES Tra il tentativo di non deludere l'elettorato di Syriza e la necessità di rassicurare i creditori europei, il governo di Alexis Tsipras ha mancato un'altra scadenza: la lettera con cui Atene doveva comunicare formalmente le misure di bilancio e le riforme chieste dall'Eurogruppo per prolungare il programma di aiuti, sarà inviata solo oggi. Il termine ultimo fissato dai ministri delle Finanze era ieri sera a mezzanotte, ma le polemiche all'interno di Syriza e i negoziati con la Commissione hanno spinto la Grecia a rinviare a questa mattina. Nonostante il clima di sfiducia delle ultime settimane, «lo slittamento non è necessariamente una cattiva notizia», si affrettano a spiegare fonti comunitarie, sottolineando il clima costruttivo del dialogo con Atene. Le istituzioni rappresentate nella Troika - Commissione, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale - sono state consultate a più riprese. Salvo altri intoppi, dovrebbero valutare rapidamente l'elenco delle riforme greche. Il fatto che il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijssembloem, abbia optato per una riunione in teleconferenza dei ministri delle Finanze della zona euro, invece di una convocazione fisica a Bruxelles questo pomeriggio, è considerato come positivo. Ma alcune delle misure contenute nelle bozze di lettera circolate nella giornata di ieri potrebbero ancora irritare alcuni governi.
IL BILANCIO
Secondo le indiscrezioni, la lettera del governo greco dovrebbe essere composta di sei pagine e concentrarsi su 12 settori. Alcune misure - dalla riforma della pubblica amministrazione al rafforzamento della concorrenza - vanno nella direzione auspicata dai partner. Altre lasciano spazio a nuove accuse di ambiguità da parte dei creditori. Sulle privatizzazioni, il governo Tsipras si impegnerebbe a non rimettere in discussione gli accordi già conclusi, ma intende anche proteggere gli interessi nazionali per non svendere gli asset statali. Il ministro delle Finanze, Varoufakis, intenderebbe procedere a una riforma profonda dell'autorità incaricata di raccogliere le tasse. Ma le cifre circolate sulla stampa tedesca sugli introiti dalla lotta all'evasione fiscale sollevano qualche dubbio. La repressione del traffico illegale di sigarette e benzina dovrebbe permettere di incassare 2,3 miliardi. Il governo spera anche di incassare 2,5 miliardi da un condono sui 70 miliardi di arretrati accumulati dai contribuenti greci con il fisco. Una tassa sui patrimoni maggiori dovrebbe rendere 2,5 miliardi, ma i creditori sono preoccupati che possa portare all'abolizione dell'imposta sugli immobili. In tutto circa 7 miliardi.
Per accontentare gli esponenti più estremisti di Syriza, che hanno moltiplicato le accuse contro Tsipras e Varoufakis dopo il compromesso all'Eurogruppo di venerdì, il governo intende concentrarsi sulle misure sociali previste nel suo programma. Atene intende andare avanti con «l'intero primo pilastro di Salonicco per affrontare la crisi umanitaria», dice un documento di sintesi della lettera all'Eurogruppo. Prima delle elezioni, a Salonicco, Syriza aveva lanciato il suo programma economico radicale. Nel primo pilastro sono previste diverse misure che potrebbero irritare i creditori internazionali: elettricità gratis per 300 famiglie che vivono sotto la linea di povertà; sussidi alimentari per 300 famiglie senza reddito; aiuti agli affitti per 30 mila appartamenti; la reintroduzione della tredicesima per le pensioni; cure mediche gratuite e una carta di trasporto per i disoccupati; marcia indietro sull'aumento dell'Iva per riscaldamento e diesel. Costo totale stimato da Syriza: 1,9 miliardi. Un'altra misura che potrebbe mettere Atene in rotta di collisione con i partner è il divieto di esproprio e espulsione per i proprietarie di case che non riescono a rimborsare il mutuo. Il verdetto dell'Eurogruppo è atteso per questo pomeriggio.

Cresce la fronda dentro Syriza: «Impegni non rispettati»
Theodorakis attacca: i nostri «No» contro i «No» dei tedeschi

ROMA Parte della sinistra greca non ci sta. Non dà il suo assenso all’accordo con l’Eurogruppo e chiede l’applicazione di tutti i punti principali del programma elettorale di Syriza. La prima mossa è stata quella del partigiano ed eurodeputato Manolis Glezos, originario dell’ isola di Naxos, che non ha certo voluto girare intorno alla questione: «cambiare nome alla Troika e chiamarla istituzioni, ribattezzare il memorandum accordo e far diventare i creditori partners –come, d’altra parte, quando decidi di rinominare la carne e chiamarla pesce- non può cambiare la situazione realtà» ha scritto Glezos su internet.
Gran parte della minoranza interna del partito, la cosiddetta «piattaforma di sinistra», ha mostrato di sostenere le posizioni dell’anziano politico, noto per la sua rettitudine morale ed il suo idealismo.
Anche uno degli economisti più in vista, Kostas Lapavitsas, eletto deputato con Syriza, ha mostrato di non voler accettare una soluzione che viene vissuta come frutto delle pressioni tedesche. «È difficile pensare che attraverso l’accordo in questione potranno trovare attuazione i punti principali del programma enunciato dalla sinistra greca a Salonicco, il quale prevedeva la sostituzione del memorandum con un piano di ricostruzione nazionale», ha scritto Lapavitsas, che da molti viene considerato un «pari grado» di Yanis Varoufakis, quanto a esperienza internazionale e capacità di interpretare i nuovi scenari creati dalla crisi. Ma la polemica oltrepassa la realtà di Syriza, e coinvolge esponenti della più vasta area progressista. Il compositore Mikis Theodorakis, tra i più noti artisti del paese, ha chiesto di rispondere con un «ochi» (no in greco,ndr) ai «nein» di Schauble, consigliando alla leadership di Syriza «di usare, come scudo, la legittimazione offerta dal voto popolare e dai seggi che è riuscita a conquistare in parlamento».
LE CONTROMOSSE
Tsipras e il suo governo stanno facendo il possibile per non perdere consensi e mantenere compatto il fronte governativo. Anche perché sanno bene che in una fase così difficile e delicata, chi potrebbe avvantaggiarsi di nuove tensioni e spaccature, altri non è che l’estrema destra di Alba Dorata, malgrado il mega processo alla sua dirigenza, che partirà il mese prossimo .
Secondo quanto filtra da ambienti governativi, quindi, nell’elenco definitivo delle riforme che il governo ellenico ha preparato per Bruxelles, è compreso un chiaro riferimento alla lotta contro la grande evasione, contro la corruzione (ad iniziare dal mercato nero di sigarette e carburante) e si pone l’accento sul riassetto organizzativo dello stato.
Tutto il resto, però, dovrebbe rimanere fuori. Il messaggio, quindi, appare molto chiaro: per quel che riguarda le pensioni, gli stipendi, la sanità, le riassunzioni di lavoratori licenziati in modo incostituzionale, la competenza è del governo greco, che si muoverà in modo da non creare nuovo debito pubblico. Un messaggio, una scelta «di sinistra», quindi, per evitare spaccature e altri malumori. Ed è più che probabile che inizi, con i creditori, l’ennesimo, estenuante, braccio di ferro.

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