ROMA Ha patteggiato una pena a 8 mesi di reclusione davanti al giudice per l'udienza preliminare di Roma. Mario Moriggi, ex pilota Alitalia fino al 2008, è il primo degli ex dipendenti della compagnia di bandiera a chiudere il suo conto con la giustizia. Ha percepito contemporaneamente, per quasi due anni, un notevole indennizzo di cassaintegrazione, insieme con un regolare stipendio dalla Turkish airlines. Tutto denaro, in parte incassato illecitamente a danno dell'Inps, che è costato a lui e a molti altri suoi colleghi, l’accusa di indebita percezione ai danni dello Stato.
La vicenda del pilota romano ha inizio nel 2008 quando, a causa delle difficoltà economiche in cui versa la compagnia, esattamente come molti altri dipendenti, perde improvvisamente il posto di lavoro e comincia a beneficiare del sostegno pubblico.
GLI ENTI TRUFFATI
Gli enti deputati ad erogare i fondi destinati ai piloti messi in mobilità sono due. A farsi carico del sostentamento dei licenziati ci sono la Cigs e il Fondo Trasporto Aereo. L'imputato - e con lui almeno altri tre colleghi iscritti nel registro degli indagati - effettivamente disoccupato, incassa lecitamente per qualche tempo indennizzi che arrivano a superare anche i 5.000 euro mensili, ma quando trova un nuovo impiego lontano dal Paese e stipula un regolare contratto con la Turkish non comunica il cambio di posizione all'Inps. Una "dimenticanza" che per il periodo compreso tra l'aprile del 2010 e il gennaio del 2012 avrebbe fruttato a Moriggi un vero e proprio reddito aggiuntivo di 105 mila euro. Una somma considerevole, soprattutto se sommata ai 195 mila euro che - stando agli inquirenti - lo stesso pilota avrebbe guadagnato volando per la compagnia turca nello stesso periodo.
GLI SVILUPPI
L'inchiesta per la quale Moriggi ha patteggiato la pena, potrebbe non essere la sola ad arrivare in un’aula di tribunale. Nel fascicolo di inchiesta, infatti, sono finiti i nomi di almeno altri 36 ex piloti Alitalia, che sono stati recentemente denunciati dalla Guardia di finanza. Secondo i militari, anche questi ultimi, in cassaintegrazione dal 2008, avrebbero mancato di segnalare la loro assunzione presso vettori di volo esteri. Mancanza che avrebbe consentito agli stessi piloti, molti dei quali sotto contratto per compagnie con base in oriente, di truffare l'Inps e il Fondo Trasporto aereo per ben sette anni.