PESCARA In un Consiglio regionale show, degno dei migliori reality, l'unica vera emozione è regalata dall'Inno di Mameli intonato a inizio di seduta. Poi è solo una gara a chi urla di più sui banchi dell'Emiciclo e alle esibizioni folcloristiche, con i consiglieri di Forza Italia che si presentano in aula indossando magliette di protesta contro la chiusura dei punti nascita, e le assenze imbarazzanti sui banchi della maggioranza a confermare che una questione, sul punto, esiste anche nella squadra di D'Alfonso.
Nell'aula del consiglio comunale di Pescara, dove era stata convocata la seduta di ieri, si aspettavano in realtà proprio i sindaci dei Comuni di Sulmona, Ortona, Atri e Penne che entro due anni si vedranno chiusi i punti nascita dei rispettivi ospedali su decreto firmato dal commissario-governatore.
REBUS GUARDIAGRELE
E invece si sono presentati a sorpresa anche i sindaci del comprensorio di Guardiagrele per dire no alla chiusura di Psichiatria. La fascia tricolore sul petto, un grande striscione esibito sulle scale del Municipio, i sindaci vengono liquidati dopo un breve incontro con D'Alfonso e l'assessore alla Sanità, Silvio Paolucci, con la promessa della Regione di istituire un tavolo. A margine dell'incontro, dopo la sospensione dei lavori dell'Emiciclo, Paolucci ricorda che la chiusura di Psichiatria a Guardiagrele fu deliberata nel 2010 da Gianni Chiodi: "La protesta di oggi mi sembra un volgare tentativo di strumentalizzazione". Ma non è ancora finita: "Una volta - svela l'assessore - ho chiesto al sindaco di Guardiagrele: ditemi cosa vi serve. E lui rispose: siamo la maglia nera nell'assistenza agli anziani. Bene, dissi io, vi do cento posti letto. Ma lui mi fece capire che la battaglia di Psichiatria era troppo importante per la campagna elettorale".
IL GRANDE REALITY
In aula riprende lo show, con il presidente del Consiglio regionale, Di Pangrazio, che chiede ai consiglieri di Forza Italia di fare sparire le magliette di protesta dall'aula, mentre Lorenzo Sospiri e Mauro Febbo rispondono picche. Quest'ultimo attacca subito D'Alfonso per essersi presentato in aula con mezz'ora di ritardo: "La prossima volta ti mandiamo noi l'elicottero", battuta al vetriolo indirizzata anche al coordinatore di Pescara del suo partito, Petrocco per il caso dei giorni scorsi. Si prosegue con le interrogazioni del M5S sulla vicenda dell'immobile che la Asl di Pescara dovrebbe acquistare per il trasferimento del suo staff (Pettinari) e il caso della Carichieti (Marcozzi); quindi i ritardi sulla società unica dei trasporti oggetto di una interpellanza di Febbo, a cui D'Alfonso risponde con ironia, allargando il campo alla strategia europea sui trasporti e citando De Gasperi: "Vi ricordo che il politica non servono gli applausi, servono i voti". Punti nascita? Non pervenuti.