ROMA I notai chiedono un incontro urgente con il ministro della Giustizia. I commercialisti lamentano l’esclusione dalla liberalizzazione degli atti notarili. I parafarmacisti saranno in piazza già venerdì. I sindacati puntano il dito contro la norma che consente la portabilità dei fondi pensione. L’Autorità per l’energia si aspettava una «proposta migliore». E sulla telefonia non si placa, nemmeno dopo una nota del ministero, la polemica sulle “penali” per chi cambia gestore. Ancora non è arrivato in Parlamento ma sul ddl concorrenza Renzi-Guidi sta montando un clima da barricata.
Il provvedimento, varato dal governo venerdì scorso potrebbe arrivare in Senato già oggi, per passare al vaglio della commissione Industria del Senato, guidata da Massimo Mucchetti, che peraltro ha già messo in calendario anche diverse proposte parlamentari in materia che attendevano da tempo (qualcuna anche da inizio legislatura) di essere esaminate.
LA LEGGE BERSANI
Le associazioni dei consumatori insistono: la parola “penali” dagli articoli del provvedimento che regolano la recessione da un contratto di telefonia o servi tv, deve essere cancellata. Non era prevista nella legge Bersani e non deve essere reintrodotta adesso. Non è sufficiente - dicono - la nota ufficiale diramata ieri mattina dal Mise, nella quale si spiega che le penali non sono riferite al recesso dal contratto, ma al recesso anzitempo dalle promozioni. Il ddl - si legge - «non prevede in alcun modo la reintroduzione di penali per chi recede dai contratti di abbonamento a telefoni fissi e mobili, internet o a pay-tv. La norma inserita nel ddl non cambia infatti le disposizioni generali in materia di recesso anticipato dai contratti di telefonia, internet e tv (già regolati dal DL 7/2007) ma disciplina i costi di uscita dalle sole promozioni relativi ai medesimi servizi (come per esempio l’uso di uno smartphone o le partite di calcio gratuite)». Insomma, quello che era vietato fino a ieri continuerà ad esserlo e la misura nell’intento del governo è volta a «ridurre e rendere trasparenti i costi e a promuovere la mobilità dei clienti». Ma Adusbef e Federconsumatori, a scanso di equivoci, chiedono di «cancellare la parola penali dal testo». Il Codacons si concentra invece sulla durata delle promozioni: il ddl fissa il tetto a 24 mesi. Troppi - viene osservato - «se si vuole davvero difendere l’utente dallo strapotere dei gestori».
Intanto il consiglio del notariato, che fin da subito aveva evidenziato i rischi della deregulation, ha chiesto al ministro Orlando un incontro urgente per arginare «i potenziali effetti distorsivi» di alcune misure, a partire dal rischio della «cancellazione della garanzia di imparzialità, terzietà» e, soprattutto, «controllo antiriciclaggio» espletati dall’intervento notarile.