Gentile direttore, chi si "butta in politica" sarebbe un perdente? Matteo Renzi si sta ormai specializzando in stupidaggini, ma questa affermazione sulla presunta disponibilità, peraltro smentita dall'interessato, dell'attuale segretario della Fiom-Cgil Maurizio Landini di impegnarsi in politica, magari fondando l'ennesimo partitino di sinistra, le supera davvero tutte. Chiariamo subito un equivoco: il sindacato italiano, contrariamente a quello che può avere in mente Renzi, ha sempre fatto politica. Politica sindacale, non partitica, perché tra i suoi oltre 15 milioni di iscritti, ognuno poi decide di votare chi vuole sia alle politiche che alle amministrative. E, se Renzi conoscesse la storia del movimento sindacale, eviterebbe di dire stupidaggini perché dal dopoguerra ad oggi, tutti i suoi massimi esponenti, a partire da Di Vittorio, Novella, Lama, Pizzinato, Trentin, Cofferati, Epifani e Del Turco della CGIL; Storti, Pastore, Macario, Carniti, Marini, D'Antoni, Pezzotta della CISL; Vanni, Benvenuto e Pietro Larizza della UIL ma anche Nobilio e Renata Polverini, della UGL e tanti altri, una volta lasciati gli incarichi sindacali, godendo dei diritti civili come tutti, sono stati eletti al Parlamento italiano ed Europeo o in tanti Consigli regionali, come l'abruzzese Gianni Melilla. Cosa dire, allora, che anche Renzi ha utilizzato le cariche amministrative ricoperte (Presidente della Provincia e Sindaco di Firenze) per fare il Presidente del Consiglio, visto che non è stato mai eletto deputato? Che Renzi, poi, abbia in particolare antipatia tutti coloro che vengono dalla CGIL, non è un mistero: del governo fa parte Pier Paolo Baretta, ex Cisl, e non Cesare Damiano, ex Cgil. Inoltre, ci sono i rappresentanti della potente Lega Coop (Giuliano Poletti) e della Confindustria (Federica Guidi), mentre altri della Confindustria, come Emma Marcegaglia, sono stati chiamati a importanti incarichi. La sortita di Renzi è l'ennesima provocazione contro la Cgil, colpevole di non voler assecondare le sue volontà, non piegandosi, come fanno purtroppo altri sindacati, alle sue pericolose decisioni che vanno contro gli interessi dei lavoratori e dei pensionati.
Giustino Zulli, Chieti
Io credo che in questo momento Renzi abbia un unico avversario: se stesso. O, meglio, la propria incontinenza verbale, che a volte lo porta a schernire inutilmente gli avversari politici. Come Landini, che peraltro un po’ se le va a cercare.
MAURO TEDESCHINI