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Pescara, 24/11/2024
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Data: 03/03/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Occupazione, speranza dopo un 2014 terribile. L’Istat: a gennaio 131mila posti in più su base annua. Renzi: «Non basta»

Alle spalle 12 mesi con la disoccupazione che ha raggiunto il 12,7 per cento

MILANO I segnali sono timidamente positivi, ma il saldo dell’economia e dell’occupazione per il 2014 che ci lasciamo alle spalle è da incubo. In base ai dati dell’Istat nella media del 2014 il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 12,7% in confronto al 12,1% di un anno prima e si tratta del livello più alto mai registrato dal 1977. Particolarmente pesante la situazione nel Mezzogiorno dove l’indicatore dei senza lavoro arriva addirittura al 20,7%. Pil come nel 2000. Nel 2014 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.616.048 milioni ed è diminuito in volume dello 0,4%. Il Pil reale è stato inferiore al livello del 2000. Dal lato della domanda interna nel 2014 si registra, in termini di volume, una variazione nulla dei consumi finali nazionali e un calo del 3,3% degli investimenti fissi lordi. Per quel che riguarda i flussi con l’estero, le esportazioni di beni e servizi sono aumentate del 2,7% e le importazioni dell’1,8%. La domanda interna ha contribuito negativamente alla crescita del Pil per lo 0,6% mentre la domanda estera netta ha fornito un apporto positivo (0,3%). A livello settoriale, il valore aggiunto ha registrato cali in volume nell’agricoltura, silvicoltura e pesca (-2,2%), nell’industria in senso stretto (-1,1%) e nelle costruzioni (-3,8%); nell’insieme delle attività dei servizi vi è stato un lievissimo incremento (0,1%). Nel 2012 il Pil italiano è diminuito più del previsto, mentre nel 2013 la contrazione è stata meno pesante di quanto stimato: l’Istat ha infatti rivisto i dati degli ultimi anni in base alle nuove metodologie Sec. Nel 2012 il prodotto interno lordo ha dunque subìto un arretramento del 2,8% (contro la precedente stima di -2,3%) e nel 2013 dell’1,7% (contro il calcolo di -1,9% di settembre 2014). Sale anche il sommerso: nel 2012 era pari a 206 miliardi di euro, con un’incidenza sul Pil del 12,8%, in crescita di 0,4 punti percentuali rispetto al 2011. La ripresa. Nei primi mesi del 2015 la tendenza si è leggermente invertita: la percentuale di disoccupati è diminuita a gennaio dello 0,6% rispetto a dicembre (pari a 21mila disoccupati in meno su 3 milioni 221mila). In pratica a gennaio gli occupati su base annua sono stati 131mila in più su un totale di 22 milioni 320mila. La crescita dell’occupazione ha riguardato entrambe le componenti di genere, in particolar modo le donne (+1,0%, pari a 91mila unità). Boom part-time. Gli occupati part-time nel 2014 hanno superato i 4 milioni contro i 18 milioni a tempo pieno. In particolare nel quarto trimestre dello scorso anno, gli occupati a tempo parziale sono aumentati a ritmo sostenuto (+3,2%, 128mila unità). Tra ottobre e dicembre sono inoltre cresciuti con maggiore intensità i dipendenti a termine (+6,6%) e i collaboratori (+8,9%). Cala disoccupazione giovanile. Per quanto riguarda la disoccupazione giovanile, il dato è lievemente in calo. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati) è pari al 41,2%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 2,0 punti nei dodici mesi. Il tasso è ai minimi da agosto 2013 (40,8%), ovvero da 17 mesi a questa parte. In particolare a gennaio 2015 le forze lavoro tra 15 e 24 anni segnalano un lieve calo congiunturale, a fronte di un leggero aumento dell’inattività. Gli occupati 15-24enni sono 906 mila, in diminuzione dello 0,6% rispetto al mese precedente (-5 mila) e dell’1,4% su base annua. Renzi: bene ma non basta. «Più 130mila posti di lavoro nel 2014, bene ma non basta. Ora al lavoro per i provvedimenti su scuola e banda ultra larga», ha twittato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Si è lanciato in previsioni numeriche il ministro Poletti: «Tutti i centri studi ci danno 100 mila occupati in più nel 2015 e sono fiducioso che si possa fare qualcosa di meglio: mi auguro che 150mila sia un numero più vicino alla realtà».

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