ROMA Si sposta a fine anno l’avvio della manutenzione alla riforma Fornero sulla previdenza. A dettare il nuovo timing è stato ieri il ministro del Welfare, Giuliano Poletti (nella foto): «Prima dell’estate» il governo comincerà a parlarne con le parti sociali; le modifiche però saranno varate «con la prossima legge di Stabilità», ovvero a dicembre 2015. Nonostante il pressing, quindi, per ora non è previsto un incontro a breve con i sindacati.
LE OPZIONI
Il tema di una maggiore flessibilità dei tempi della pensione, comunque, assicura Poletti, «è all’ordine del giorno». E tra «le opzioni possibili» c’è anche quella di un’uscita anticipata a fronte di penalizzazioni sull’assegno. Su questa linea c’è l’ipotesi, rilanciata con un’intervista dal neopresidente Inps, Tito Boeri, di calcolare tutto con il contributivo e poi ridurre l’assegno «proporzionalmente» agli anni di anticipo rispetto agli attuali requisiti. «Nulla di nuovo» osserva il presidente della commissione Lavoro di Montecitorio, Cesare Damiano, ricordando che è lo stesso sistema introdotto per le donne che vogliono andare in pensione a 57 anni d’età e 35 di contributi.
Sul tavolo ci sono anche altre opzioni. Compresa quella, oggetto di un ddl già da tempo depositato in Parlamento (di cui proprio Damiano è primo firmatario), che prevede la possibilità, per chi ha 35 anni di contributi, di andare in pensione a partire dai 62 anni di età con una penalizzazione massima dell’8%. Ma l’idea di assegni decurtati non piace a Cgil, Cisl e Uil che invece preferirebbero un ritorno al vecchio modello delle quote (mix tra età e contributi). «Basta annunci, il governo avvii subito un tavolo di confronto, dove poter approfondire le diverse proposte possibili» dice la Cisl.
Poletti, dal canto suo, non entra nei dettagli delle varie proposte, insiste nella necessità di «non alimentare aspettative» e promette di partire dall’analisi delle «situazioni più specifiche o delicate». Come quella di chi ha perso il posto di lavoro a pochi anni dal traguardo pensionistico. In questi casi, dice, «o si adotta un ammortizzatore specifico o si individua una modalità ponte per andare in pensione». Per adesso però non c’è ancora nessuna decisione.
Gi.Fr.
© RIPRODUZIONE RISERVATAGrande attenzione alle preoccupazioni italiane
che il caos libico possa ulteriormente degenerare, aggravando sia l'emergenza profughi che la penetrazione del terrorismo fondamentalista. La conferma anche a Bruxelles - dopo l'apprezzamento di Berlino - che il ritmo delle riforme italiane piace e non deve essere rallentato. L’assoluta necessità di proseguire nell'integrazione politica e economica dell'Europa per riavvicinarla ai cittadini disillusi. Ecco il menù della giornata di Sergio Mattarella a Bruxelles dove ha preso contatto con i vertici delle istituzioni europee attraverso una girandola di incontri che gli hanno permesso di capire quanto alto sia l'attenzione sul «laboratorio Italia». «Ho trovato molto apprezzamento su quello che l'Italia sta facendo e molta fiducia, come gli ultimi atti della Ue dimostrano», ha sintetizzato il presidente della Repubblica poco riferendosi alla promozione della Legge di Stabilità da parte della Commissione europea.