ROMA La Lega Nord ad un passo dalla scissione. Dopo l’ultimatum lanciato da Matteo Salvini al sindaco di Verona Flavio Tosi di scegliere tra il Carroccio o rimanere nella sua fondazione, appare sempre più complicato tenere nel partito anche il “gruppo” dei veneti che in questi anni si sono riconosciuti nella Liga Veneta, di cui Tosi è rimasto segretario. A peggiorare le cose, è arrivata la decisione del consiglio Federale di via Bellerio di inviare un commissario per le elezioni regionali in Veneto, a cui spetterà anche di formare le liste elettorali. E per capire che aria tira, basta ricordare che il trevigiano Giampaolo Dozzo, ora scelto da Salvini come mediatore, nel 2013 non venne ricandidato alle politiche proprio per volere di Tosi. Da quel momento non è che tra i due, una volta amici, scorra buon sangue. Perché il terreno in cui si sta consumando lo scontro tra le due anime del Carroccio, quella più legata ai lombardi e quella più radicata sul territorio veneto (non è la prima volta che accade), sono ancora una volta le elezioni. Il governatore del Veneto uscente Luca Zaia, è stato ricandidato all’unanimità dal partito riunito a Milano, ma la tensione resta alta. Tutti aspettano la decisione che prenderà Tosi in questi giorni: se rimanere nella Lega oppure sfilarsi prima di esserne espulso e candidarsi a governatore contro Zaia. Forse, perfino alleandosi con quel Nuovo centrodestra odiato da Salvini. Sono in corso “prove” di accordo. Lo stesso Tosi, a Roma si sarebbe incontrato con Gaetano Quagliariello per capire se ci sono i margini di un’alleanza. Per la verità, Ncd già governa in Veneto con la Lega, ma il vecchio alleato starebbe per essere «scaricato» in favore di una rinnovata amicizia del Carroccio con Forza Italia. L’accordo tra i due partiti sulla candidatura di Zaia sarebbe già pronto, si aspetta solo la decisione di Tosi. Da qui, gli incontri del sindaco di Verona con Ncd. L’ultimatum scade lunedì, ma Tosi potrebbe decidere già domani. Salvini da parte sua ieri ha fatto sapere che ci sarà «grande spazio per Tosi», mentre Roberto Maroni tanto per alleggerire la tensione ha detto che «se Tosi va via sarebbe la sua fine politica». E sempre il leader della Lega Nord, che è anche europarlamentare, ieri ha risposto a quanti lo hanno criticato per la presenza alla manifestazione a Roma di gruppi neofascisti. «A Bruxelles c’è ben peggio di Mussolini, non hanno l’olio di ricino, ma spread e finanza fanno peggio del fascismo». E sul mancato incontro con il presidente della Repubblica ieri a Bruxelles ha risposto: «Ho già chiesto un incontro nelle prossime settimane». Ma a preoccupare Salvini ora sono gli scontri nel partito. Di sicuro, da lunedì chi ha in tasca la tessera della fondazione di Tosi “Ricostruiamo il paese” dovrà riconsegnare quella di sostenitore alla Lega Nord. Calderoli ieri ha inviato una lettera in cui, citando lo statuto, ha spiegato l’incompatibilità tra l’iscrizione alla Lega e la partecipazione alla fondazione che fa capo a Tosi. A questo punto bisogna capire quanti, nel caso di una sfida elettorale Zaia contro Tosi, se ne andranno con il sindaco ribelle. I sondaggi danno a Zaia un vantaggio sulla candidata del Pd, Alessandra Moretti di 15-20 punti. Ma Zaia potrebbe vincere senza il sostegno di Tosi e dei veronesi?