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Data: 04/03/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
De Fanis e Zingariello, chiesto il processo

Insieme ai due citati imputati, nella richiesta di rinvio a giudizio formulata da Bellelli figurano anche il legale rappresentante dell'associazione Abruzzo Antico, Ermanno Falone, e poi la responsabile dell'Agenzia per la promozione culturale della Regione Abruzzo, Rosa Giammarco, il presidente dell'Ars, Associazione Culturale Musicale, Rocco Masci, e infine l'imprenditore Antonio Di Domenica.
E’ stata stralciata, invece, la posizione dell'imprenditore pescarese Diego Paolini che ha avanzato una richiesta di ammissione alla prova, una sorta di patteggiamento, sul quale si dovrà esprimere il giudice.
L’INCHIESTA
L'inchiesta nasce dalle dichiarazioni dell'imprenditore culturale Andrea Mascitti che, ricevuta la richiesta di tangente per l'organizzazione di un evento, si rivolse agli investigatori facendo scattare le indagini. Telefoni sotto controllo, pedinamenti e registrazioni di conversazioni fatte dalla stessa vittima permisero alla Procura di alzare il velo su un presunto giro di tangenti che avrebbe interessato anche altri imprenditori che si rivolgevano a De Fanis per ottenere i contributi regionali.
Mascitti aveva chiesto l'intervento regionale per organizzare il concorso internazionale di musica da film Mario Nascimbene Award e per un evento al Salone del libro di Torino del maggio 2013. Le indagini avrebbero fatto scoprire così anche un'altra tangente che l'ex assessore si sarebbe fatta consegnare (mille euro) al casello autostradale di Pescara Ovest, dall'imprenditore Rocco Masci, impegnato nell'organizzazione di un evento musicale a Torino, su incarico dell'associazione Abruzzo Antico.
De Fanis e Zingariello, sempre secondo quanto sostiene l'accusa, «avrebbero ricevuto indebitamente novemila euro da Di Domenica»: il maggiore azionista della Di DM. Group srl e della Colacillo Zaccardi srl avrebbe dato tre assegni ai due perché interessato ad una serie di appalti a Montazzoli, dove risiede De Fanis.
IL CONTRATTO D’AMORE
C'è poi tutto il capitolo del tormentato rapporto tra De Fanis e la Zingariello che, secondo l'accusa, era strettamente legata all'assessore nelle richieste di tangenti. Un rapporto che la donna, nel corso delle indagini, tentò di negare davanti alle telecamere di alcuni programmi televisivi nazionali, così come negò l'esistenza del famoso «contratto d'amore» sottoscritto da De Fanis, per disciplinare i loro rapporti intimi in cambio di denaro. E poi ancora ci sono i viaggi fatti per uso personale da De Fanis e Zingariello con l'auto della Regione, e la fornitura di 250 bottiglie di vino per il Salone di Torino, 50 delle quale avrebbero preso altra direzione.

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