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Data: 08/03/2015
Testata giornalistica: Il Centro
A casa i precari che trovano il posto ai disoccupati

PESCARA Chi l’avrebbe mai detto: rischiano di perdere il lavoro coloro che invece lo trovano ad altri... Succede agli impiegati di Italia Lavoro, l’agenzia tecnica del ministero che, oltre a gestire gran parte della programmazione europea, ha la funzione di supporto alla Regione per quanto riguarda il funzionamento dei Centri per l'impiego (Cpi). In Abruzzo sono 50 coloro che dal primo aprile rischiano di restare a casa a seguito dell’incertezza creata dalla "delega al governo in materia di servizi per il lavoro e politiche attive" (Jobs Act) per la costituzione dell'Agenzia nazionale per il lavoro e del mancato rinnovo dei contratti in scadenza. Si tratta di lavoratori a tempo determinato e di collaboratori (co.co.pro.) che da 5, 10, 15 anni fanno funzionare la macchina della riqualificazione e del reinserimento di soggetti fragili (disoccupati, immigrati, disabili, ex detenuti) nel mercato del lavoro. E che da ultimo sono anche stati coinvolti nell’avvio e messa in opera del programma Garanzia Giovani che in Abruzzo interessa 18mila giovani dai 19 ai 30 anni (non compiuti). «Molti di questi precari gestiscono e coordinano linee di progetto, costituiscono snodi relazionali significativi, spesso strategici per l'azienda e per l'implementazione dei programmi, restituendo in questi anni, attraverso le competenze, la motivazione e la passione messe a disposizione e anche la disponibilità tipica dei lavoratori precari "ricattati" dal rinnovo del contratto, credibilità alle azioni di Italia Lavoro», sottolineano il paradosso alla Cgil (segreterie CdLT, Fisac e NidiL). Il risultato è che in Abruzzo si passerà dal primo aprile da 62 dipendenti a 10 (comprensivi degli staff di segreteria non operativi nei progetti). In questo secondo il sindacato si andrà a inficiare, visto il rapporto squilibrato dipendenti/precari, «quelle attività ancora in essere con soldi pubblici ed europei come l'assistenza ai Cpi, alla Regione ed in generale alla rete pubblico-privata dei servizi per il lavoro in particolare oggi nella delicata fase di attuazione del già complesso progetto della Garanzia Giovani, sempre più destinata a fallire nei suoi obiettivi dato lo smantellamento che si sta operando delle strutture che dovrebbero porla in essere (Cpi e Italia Lavoro)». In sostanza chi dovrebbe tutelare le politiche attive del lavoro mette a rischio i suoi occupati. Per questo i lavoratori Nidil e Fisac Abruzzo appartenenti alla macro area adriatica con Marche e Molise di Italia Lavoro, aderiscono allo stato di agitazione indetto a livello nazionale e che prevede presidi e volontinaggi in tutte le sedi. Almeno fino a quando non sarà chiarito il futuro dei loro contratti.

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