L’AQUILA C’è stato (e forse c’è ancora) il cerchio magico di Berlusconi; c’è (e va alla grande) il giglio magico di Renzi: come chiamare la cerchia più stretta dei collaboratori, in gran parte marsicani, del presidente del consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio? Ieri il Movimento 5 Stelle ha sollevato la questione della professoressa Donatella Ciaccia, moglie del vicesindaco di Avezzano Ferdinando Fiore Boccia (città di cui è sindaco il fratello di Di Pangrazio, Gianni). La Ciaccia è stata assunta all’ufficio di presidenza a Pescara. Per i 5 Stelle si tratta «dell’ennesima assunzione clientelare» ad opera di Di Pangrazio. «A nulla è servito», scrivono i 5 Stelle «il tentativo di sviare l'attenzione della stampa e del Movimento 5 Stelle, con l'escamotage di assegnare la signora Ciaccia alla sede consiliare di Pescara e non a quella dell'Aquila o di coprire nella determinazione dirigenziale incriminata, con un omissis, il nome del politico che ha richiesto l'assunzione». Il presidente Di Pangrazio naturalmente rigetta totalmente questa versione. Presidente, il Movimento 5 Stelle l'accusa di fare assunzioni clientelari. «La professoressa Donatella Ciaccia è dipendente del ministero della Pubblica istruzione, quindi già pagata dallo Stato italiano». Dunque? «Invece di prestare servizio part time presso la direzione scolastica di Como, come ha fatto negli ultimi 17 anni, sta prestando servizio, sempre part time, presso la presidenza del Consiglio della sede di Pescara. È una procedura prevista dalla legge che la presidenza si possa avvalere di dipendenti pubblici di altre amministrazioni. Lei è una dipendente del ministero dell’Istruzione già titolare di cattedra. Per la Regione non è una nuova assunzione». La signora è moglie del vicesindaco di Avezzano. Lei ha nominato altri due marsicani nel suo staff: Gino Milano capo della sua segreteria e Giovanni D’Amico portavoce. Si fida solo dei marsicani? «Li prendo perché mi informo e vedo le qualità. Gino Milano è un dirigente della Corte d’Appello dell’Aquila. Certo, come lei dice, avrei potuto scegliere uno di Pescara. Ma uno di Pescara avrebbe fatto 200 chilometri al giorno a spese proprie? Quanto a Giovanni D’Amico, non conosco nessuno come lui per capacità, per esperienza, per passione. Chi ha questi parametri può lavorare con me. La signora Ciaccia mi ha chiesto se poteva venire all’ufficio di presidenza e siccome la legge me lo permette l’ho presa. Sono questioni normali, non vedo la notizia». Chi paga lo stipendio alla professoressa Ciaccia, il ministero dell’Istruzione o la Regione Abruzzo? «Questo non lo so».