ABRUZZO. Una consulenza preziosissima, due mesi di attività intensa quanto difficile affidata a due esperti potrebbe costare molto caro alle casse dell’ Arpa o per meglio dire della nuova azienda di trasporto Unica.
I due professionisti incaricati, infatti, hanno presentato il conto per il lavoro svolto: una cifra importante a cinque zeri.: quasi 700 mila euro che per il momento non sono stati ancora incassati perché Arpa si rifiuta di pagare e l’azienda Unica rischia così di nascere nasce sotto la pessima stella di un contenzioso giudiziario.
Scettici il deputato di Forza Italia Fabrizio Di Stefano e il Mauro Febbo che mostrano le carte firmate dal legale Carlo Fimiani arrivate il 29 gennaio scorso negli uffici dell’Arpa Gtm e Sangritana.
Dunque mentre approda in Aula la riforma del trasporto pubblico locale che dovrebbe ridurre i costi dello stesso «i presupposti sono altri», sottolinea Di Stefano.
Tutto è nato a settembre scorso quando l’Arpa per ottenere una stima sui conferimenti delle tre società, in vista della fusione nell’azienda unica, su indicazione del Tribunale ha commissionato uno studio «urgente» a due professionisti abruzzesi, l’ingegnere Alfredo Palmitesta e al dottor Gianni Di Battista in vista della ricapitalizzazione.
Dopo due mesi intensi di lavoro, a novembre scorso, i due professionisti hanno depositato la relazione di stima ma anche il conto, inviato con lettera all’Arpa: ben 577.411 mila euro «oltre accessori di legge».
Una cifra che quindi arriva a sfiorare i 700 mila euro ed è stata determinata, spiegano i professionisti, dal valore della pratica, dall’applicazione del compenso unico, da una maggiorazione del 100% per «incarico collegiale» più una maggiorazione del 100% per «attività d’urgenza».
L’Arpa ha detto no al pagamento della cifra astronomica in quanto non ritiene dovute le maggiorazioni e ha proposto l’applicazione del compenso medio per un totale di 70 mila euro da dividere tra i due professionisti (44.300 euro per la perizia Fas e 25 mila euro per la perizia Gtm).
Si è poi aperto un contenzioso tra le parti anche sul compenso medio che secondo i professionisti sarebbe congruo stimare in 192.470 euro (oltre iva e cassa previdenziale). Le posizioni sono inconciliabili così i due professionisti hanno dato incarico all’avvocato Fimiani di procedere per riscuotere il credito dall’Arpa.
A gennaio sono stati concessi all’azienda di trasporto 7 giorni di tempo per riflettere prima di dare avvio alla liquidazione giudiziale che evidentemente si è già incardinata.
«Se queste sono le premesse, immaginiamo cosa accadrà quando dovranno affrontare il problema dell’equiparazione degli stipendi del personale di tutte e tre le società», commenta sconcertato Di Stefano.
«Davvero pensano che i sindacati accetteranno un riallineamento degli stessi ai parametri dell’Arpa, che sono i più bassi tra le tre società? Non sarebbe invece stato più logico definire prima il percorso completo e poi concludere il tutto con l'atto formale? Conoscendo il pensiero “alla grande” del presidente D’Alfonso – conclude Di Stefano - noi riteniamo che questo progetto, così come è stato progettato, porterà ad un aumento dei costi ed una riduzione dei servizi».
«A distanza di oltre 2 mesi, e solo dopo la presentazione di una mia interrogazione, ci viene fornita la documentazione utile, che però era stata già approvata il 29 dicembre 2014, per le opportune valutazioni e oggi è in programma la discussione in Prima Commissione», sottolinea il presidente della Commissione di Vigilanza Mauro Febbo che aggiunge: «Il tempo a nostra disposizione è incomprensibilmente breve visto che probabilmente la maggioranza porterà il provvedimento in Aula già oggi e noi in queste poche ore dovremmo studiare il destino di una delle più grandi e importanti aziende abruzzesi (1450/1500 dipendenti, 140/160 milioni di euro di volume d’affari)».
«Non è assolutamente accettabile questo modo di fare», insiste Febbo, «perché si vuole realizzare un passo così importante per il futuro della nostra regione senza un benché minimo confronto, senza concertazione, senza aver sentito il parere dei tre Presidenti delle Società di trasporto pubblico né tantomeno delle organizzazioni sindacali, i Sindaci ecc.... Ad oggi questo “Abruzzo veloce” ha prodotto solo un contenzioso di ben 700 mila euro, speriamo non arrivino altri danni».